Zes, Tomaselli (PD): “Brindisi non ha nulla da temere. Il Governo ha accolto le osservazioni delle regioni”

salvatore tomaselli

BRINDISI – In una nota stampa battuta pochi minuti fa, il deputato tarantino del Pd Ludovico Vico annuncia che la Zes pugliese sarà portata da 3.000 a 4.200 ettari, che nella stessa rientrerà anche Manfredonia e che gli standard europei prevedono una estensione media di 2.000 ettari. Abbiamo così chiesto al senatore del Pd Salvatore Tomaselli, relatore in Parlamento della misura, quale sia lo stato dell’arte e quale sia il suo punto di vista sulle aspettative dei vari territori pugliesi.

“Come avevo già anticipato, il Governo ha recepito buona parte delle osservazioni delle regioni, compreso il tema di usare criteri più omogenei e di venire incontro alle esigenze di aumento delle estensioni. I dati riportati da Vico nella nota stampa non sono esattamente quelli in mio possesso, i quali sono invece leggermente superiori per la Puglia. Il Governo, inoltre, definisce l’estensione massima delle Zes ma non entra nel merito delle aree da includere: questo compito spetta alle regioni, che devono avanzare le proposte di individuazione delle aree. Il Governo, in ultima battuta, emetterà poi il vero e proprio decreto di istituzione delle Zes. Infine, non esiste una regolamentazione europea e quindi una estensione standard: a me risulta che quella più estesa in Europa sia una Zes in Polonia, che si aggira intorno ai 2.000 ettari. Tra stasera e domani mattina, comunque, usciranno i dati reali, e posso anticipare che per la Puglia si parla di una cifra tra i 4.000 ed i 4.500 ettari, ai quali si aggiungono circa un migliaio di ettari della Basilicata”.

La sua idea, espressa in più occasioni, è comunque quella di non dare luogo all’istituzione di Zes troppo diffuse…

“Penso che le Zes siano una misura straordinaria ed eccezionale, e che come tale deve rispondere alla lettera della legge, che parla di aree puntuali. Quanto più concentrata è l’individuazione delle aree, più può essere efficace, perché è una misura aggiuntiva agli interventi ordinari di sostegno al Mezzogiorno e quindi non si può immaginare di estenderla a quasi tutta la Puglia”.

E’ quindi contrario agli aneliti dei territori più piccoli o comunque meno infrastrutturati?

“Sono contrario perché queste estensioni tradirebbero il senso della misura rendendola inefficace. I benefici, tra l’altro, sarebbero sostanzialmente nulli, perché se inseriamo comuni dell’interno che non hanno collegamenti con le aree portuali e che hanno insediamenti di piccole imprese, non seguiremmo il senso della legge, che prevede incentivazioni di natura finanziaria di importo consistente: il target, pertanto, non potrà che riguardare imprese medie o addirittura grandi imprese. Inoltre ci deve essere un nesso economico e funzionale con i porti, e questo vuol dire che le imprese devono utilizzare i porti e che le aree individuate devono avere un collegamento ferroviario e stradale integrato con i porti. In questo quadro, quindi, rientrano principalmente e naturalmente Brindisi e Taranto, e poi anche Bari perché è uno dei porti più importanti della Puglia”.

Lo Svimez, d’altronde, estremizzando ulteriormente il concetto, spingeva per una sola Zes in Puglia, ovvero Taranto.

“Nella letteratura dello Svimez c’erano infatti solo Taranto, Gioia Tauro e Cagliari, ed in queste aree avrebbe voluto si concentrasse la sperimentazione iniziale delle Zes. Adesso siamo passati dalle tre aree che individuava lo Svimez ad uno-due porti per Regione, e mi pare già tanto”.

Vi è da aggiungere che le imprese verrebbero comunque attratte dalle aree naturalmente meglio infrastrutturate.

“Non c’è dubbio: c’è infatti un’aspettativa, frutto di spinte campanilistiche, che non aiuta e che confonde. Alcune realtà non avrebbero davvero alcun vantaggio dalle agevolazioni doganali, ad esempio”.

Lei fa anche parte del Tavolo regionale ristretto: pensa che Brindisi corra rischi, così come paventato da qualcuno?

“Brindisi non credo che debba avere alcun tipo di preoccupazione, perché è l’area, assieme a quella di Taranto, più naturalmente eleggibile per ospitare una Zes. La Regione è depositaria per legge della proposta, ma al governo regionale ho espresso la mia idea, ovvero che l’intervento va concentrato sulle aree portuali e retroportuali più significative. Poi, se ci saranno da aggiungere Manfredonia o Monopoli, mi pare incida relativamente. Sono contrario a questa idea iper-estensiva secondo la quale bisogna mettere dentro le aree artigianali del nord, del centro e del sud della Puglia”.

Andrea Pezzuto
Redazione
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