“E siamo arrivati a Bisceglie. Tutto era previsto, fin dal 2013, quando fummo circondati da incredulità e dileggio, proteste di piazza, conferenze di santoni e altre astruserie che hanno ostacolato le più efficaci azioni di contenimento, contribuendo alla distruzione del paesaggio pugliese e della produzione olivicola.
Oggi non è difficile profetizzare che, in assenza di una svolta, l’intera Puglia vedrà il proprio patrimonio di ulivi distrutto, seguita a ruota dalle regioni confinanti e infine dall’intero Paese.
Mi duole ricordare la gogna a cui alcuni di noi furono sottoposti in quegli anni, solo per aver sostenuto la prova scientifica, il lavoro degli scienziati, il Piano Silletti e l’uso mirato degli agrofarmaci per eliminare l’insetto vettore. In cambio, ricevemmo manifestazioni infarcite di credulità popolare, squadrismo digitale e – nel mio caso – persino azioni giudiziarie per reati inventati o per diffamazione.
Credo che quell’esperienza, per troppo tempo ignorata perché ritenuta confinata alle province di Lecce, Brindisi e Taranto, debba ora servire da monito. Bisogna disertare i convegni dei santoni che ancora si tengono nei territori non ancora colpiti e chiedere con forza misure di sostegno imponenti per attuare una vera campagna di lotta alla sputacchina.
Mi auguro che Comuni, sindaci, associazioni e cittadini delle zone indenni vogliano far sentire la loro voce: secondo coscienza, certo, ma soprattutto secondo scienza”.













































