VIDEOSERVIZIO – Ordigno: cosa faranno il 15 dicembre i brindisini costretti ad evacuare?

Il 15 dicembre, oltre il 50% dei brindisini dovrà lasciare la città a causa del disinnesco dell’ordigno rinvenuto nel cortile del Multisala Andromeda. Ma come si stanno organizzando i diretti interessati?

C’è ancora molta indecisione e più di qualche perplessità da parte dei brindisini rispetto al piano di evacuazione illustrato a Palazzo di Città e relativo a domenica 15 dicembre prossimo, giorno in cui si è deciso di procedere al disinnesco dell’ordigno bellico rinvenuto lo scorso 2 novembre nel cortile del Multisala Andromeda di Brindisi.

53.660 cittadini, quelli cioè ricadenti nella zona rossa individuata dagli artificieri del Genio Guastatori di Foggia, dovranno infatti abbandonare le proprie abitazioni tra le 5 e le 8 del mattino. Una evacuazione di massa che sarà disposta secondo zone e fasce orarie: questo per evitare affollamenti di persone e di macchine per le strade. Ma in città i dubbi sono superiori alle certezze.

Pamela Spinelli

3 COMMENTI

  1. ….Continuano a dire che tutto è stato stabilito dai militari niente vero; i militari hanno suggerito diverse soluzioni più o meno rischiose e chi ha la responsabilità di governo le avrebbe dovuto scegliere….ebbene chi ha deciso o chi non ha deciso dovrebbe andarsene da questa città….

  2. La bomba di Torino è stata disinnescata. Il lavoro per renderla inattiva è stato ultimato attorno alle 13 e un’ora più tardi la città è tornata alla normalità. Una volta che è stato reso inoffensivo, l’ordigno è stato caricato su un camion dell’esercito e portato in una cava nella zona di Ciriè, dove sarà fatto brillare. Le operazioni sono iniziate di prima mattina, con lo sgombero di quasi 10mila residenti di San Salvario e sono terminate alle 14, con il via libera al traffico stradale, aereo e ferroviario.

    La lunga mattinata della bomba è iniziata alle 7, quando le oltre 3 mila famiglie della zona rossa sono state “invitate” a lasciare le case. Tutti hanno dovuto lasciare la “zona rossa” entro le nove, quando i militari del 32esimo reggimento Genio Guastatori della Taurinense hanno iniziato a lavorare sulla bomba e a mettere in sicurezza le spolette. Una zona rossa che copre gran parte di San Salvario: il residuato bellico della seconda guerra mondiale si trova all’angolo tra via Valperga Caluso e via Nizza. I problemi non ci sono solo per le 9.582 persone della zona rossa che hanno dovuto lasciare casa, ma pure per chi sta nella zona gialla, dai 300 fino ai 700 metri dal punto dove è stato trovato l’ordigno. Sono 50 mila i torinesi coinvolti da queste restrizioni e che dunque hanno dovuto scegliere: lasciare gli appartamenti prima delle 9, oppure stare in casa fino alla fine delle operazioni senza poter uscire per strada o affacciarsi alle finestre.

  3. ……i nostri scienziati potrebbero prendere “spunto” dall’organizzazione adottata a Torino e magistralmente descritta da Elio…………