Vicenda Trane, situazione rovente: c’è chi chiede chiarimenti sugli affidamenti esterni. E intanto la Corte dei Conti condanna l’ex Sindaco di Roma proprio per un affidamento legale esterno

comune brindisi

BRINDISI – La Corte dei Conti, Sez. Giur. Regione Lazio, con sentenza del 29 maggio 2017, n. 124, ha condannato l’ex Sindaco di Roma (Gi. Al. l’abbreviazione riportata nella sentenza) al pagamento di circa 312.000 euro per una riconosciuta responsabilità amministrativa (in quanto Sindaco all’epoca dei fatti) inerente l’attribuzione di un incarico giudiziale ad un legale esterno, senza aver preso in considerazione l’utilizzazione dell’Ufficio Legale interno. L’affidamento dell’incarico, secondo la Corte dei Conti, deve essere motivato con l’assenza di strutture o professionalità interne che siano in grado di svolgere lo stesso servizio, perché altrimenti degrada in un affidamento politico: la delibera di conferimento dell’incarico esterno deve pertanto essere adeguatamente motivata al fine di consentire l’accertamento della sussistenza dei requisiti previsti.

Tale sentenza si inserisce in un quadro particolare che proprio in questi giorni sta interessando Brindisi; riepiloghiamo brevemente i fatti.

Il Commissario Giuffrè, nella sua attività di riorganizzazione della macchina amministrativa, ha deciso di sollevare dall’incarico di dirigente dell’Ufficio Legale del Comune l’avv. Francesco Trane, il quale operava da 18 anni con la qualifica di dirigente a tempo determinato, senza cioè aver vinto un concorso pubblico per ricoprire quel ruolo e senza far parte della pianta organica comunale.

A seguito di tale avvenimento, un articolo della testata Brindisi Time poneva la problematica legata alla circostanza che senza l’avv. Trane il Comune avrebbe dovuto ricorrere ad incarichi esterni nelle cause da discutere davanti al Consiglio di Stato ed alla Cassazione. In realtà, come rilevato dall’avv. Massimo Ciullo tramite un commento al suddetto articolo, le avvocatesse Canepa e Guarino, facenti parte della pianta organica comunale, sono in possesso di tale abilitazione e possono quindi rappresentare il Comune in tutte le sedi.

Dopo un approfondimento, lo stesso Brindisi Time ha rettificato la notizia precedentemente riportata, riferendo di come l’avv. Trane non fosse a conoscenza del fatto che le due avvocatesse disponessero di tale abilitazione in quanto le stesse non lo avevano mai reso noto.

Proprio l’insorgenza di tale querelle ha indotto l’ex consigliere comunale Massimiliano Oggiano e l’avv. Ciullo a sollevare un polverone sulla vicenda, ponendo degli interrogativi che, come annunciato da quest’ultimo, troveranno risposte nelle sedi opportune.

Questi i passaggi salienti dell’intervento dell’avv. Ciullo: “…apriamo anche una inchiesta conoscitiva su come sono stati gestiti in passato tali incarichi. Verifichiamo se anche quando c’era l’avv. Trane il Comune ne abbia affidati a legali esterni e quanto ha speso”. E ancora: “Com’è possibile che (l’avv. Tranne, ndr) non lo sapesse? Che dirigente d’ufficio è mai un soggetto che non conosce i componenti e le prerogative dei componenti del settore che dirige? Che le avvocatesse Guarino e Canepa fossero abilitate al patrocinio dinanzi alle Magistrature superiori è un dato pubblico […]. In più l’avv. Trane aveva il dovere di sapere. Ora dobbiamo approfondire quante volte l’avv. Tranne incaricato di costituirsi in giudizio sia stato consequenziale o sia stato omissivo, così come quanto sono costati gli incarichi affidati a legali esterni. La cittadinanza deve sapere”.

A rincarare la dose ci ha poi pensato Oggiano: “Quindi apprendiamo di un’ulteriore perla della passata Amministrazione: viene fuori che l’avv. Trane non era a conoscenza del fatto che le due avvocatesse dell’Ufficio legale del Comune già da diversi anni erano cassazioniste! Quindi in questi anni il Comune di Brindisi ha sperperato denaro pubblico facendosi patrocinare in giudizio al Consiglio di Stato ed in Cassazione da legali esterni quando invece aveva le risorse umane interne da utilizzare! Che strano, una ripartizione composta da soli tre dipendenti pubblici che non parlano tra loro, oppure…???”.

Insomma, in sostanza bisognerà verificare se le delibere con le quali il Comune di Brindisi ha assegnato all’esterno gli incarichi giudiziali sono corroborate da motivazioni dettagliate (in conformità al principio espresso dalla Corte dei Conti nella richiamata sentenza); quante volte il Comune ha ricorso a tali affidamenti esterni; se ricorrono gli estremi perché anche i sindaci che hanno presieduto le passate amministrazioni possano essere chiamati a chiarire il loro operato.

Stando al tenore dei commenti riportati, è possibile che la magistratura contabile verrà presto chiamata ad approfondire la vicenda.

Andrea Pezzuto
Redazione

2 COMMENTI

  1. non sono interessato a graduatorie relative alla evidenziazione di problematiche relative ad enti locali, ma per informazione preciso brevemente quanto segue. Ho trattato da tempo la questione tecnica afferente la nomina di un legale esterno all’Ente, significando che è compito della struttura burocratica esprimere formale dissenso alla nomina esterna del difensore legale del Comune in presenza di regolare Ufficio legale interno al Comune. Vi sono comunque ragioni che consentono tale scelta, ma sono subordinate a precisa relazione dell’avvocatura interna allorquando ritiene di non rappresentare l’Ente per la natura della materia o delicatezza degli interessi pubblici o per altri indifferibili od urgenti incarichi difensivi. Il Comune di Brindisi non ha inteso sottostare a queste linee e l’apparato burocratico non risulta essersi mai opposto, sicchè gli incarichi legali esterni affidati sono configurabili, con l’impegno di spesa apposto, come veri e propri debiti fuori bilancio. In conclusione, la mancata segnalazione alla Corte dei Conti di dette anomalie non produrrà mai la legittimità al recupero degli importi indebitamente erogati.