Vertenza DEMA, futuro a rischio per i lavoratori DCM: la nota dei Cassaintegrati

In data 11 gennaio 2021 si è svolta una video conferenza a cui hanno partecipato in rappresentanza del Ministero del lavoro il sottosegretario On. Puglisi; in rappresentanza del Mise il sottosegretario On. Todda; in rappresentanza della regione Puglia il dott. Leo Caroli; il rappresentante della regione Campania; il rappresentante dell’Inps; Il rappresentante dell’ Invi Italia; l’A.D. del gruppo Dema Renato Vaghi; i segretari delle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali; la RSU dei vari siti produttivi Dema.
L’incontro era stato richiesto formalmente dalle O.O.S.S. per visualizzare il piano industriale dell’azienda.
Durante la riunione è stata confermata la dilazione in 10 anni da parte dell’Inps del debito Dema in rate costanti, primo caso in Italia. La Invi Italia, a fronte di un investimento aziendale di 33 mln di euro tra il 2021 e 2024, ha concesso un finanziamento di 17 mln a tasso agevolato e di 4 mln a fondo perduto. Tale finanziamento è definito “Contratto di sviluppo a fine occupazionale”.


L’ a.d. Dema a fronte del piano industriale presentato, ha illustrato che al termine del triennio 2021-2024 la forza occupazionale del gruppo si ridimensionerà da 680 unità, impiegate ad oggi, a 600 unità! Inoltre ha ribadito che i lavoratori della DCM non rientrano nel perimetro del gruppo Dema e che quindi non sono un suo problema!!!
Ricordiamo, tuttavia, così come evincibile documentalmente da visure camerali e catastali, che lo stesso Gruppo DEMA, attraverso operazioni societarie (col senno di poi) alquanto discutibili che hanno dato alla luce DCM e DAR solo pochi giorni prima dell’acquisto in sede fallimentare della GSE, si è di fatto assicurato l’acquisizione delle corpose commesse in essere in GSE pur limitandosi ad ereditare solo una minima parte dei suoi dipendenti (nonostante il formale obbligo all’assunzione assunto da DAR nei confronti dell’intera platea storica dei lavoratori ex GSE). Contorto? E’ dir poco! A fronte dei fatti esposti ed avendo preso atto che allo stato sono risultati vani i pur lodevoli sforzi profusi dalla Task Force Regionale, sollecitiamo con fermezza il doveroso intervento delle istituzioni locali (Comune di Brindisi in persona del Sindaco Rossi, Regione Puglia con il Presidente Emiliano, gli onorevoli del territorio ) nello spronare il Ministero del Lavoro ed il Mise (ovviamente insieme alle OOSS di ogni livello) affinchè vengano individuate le soluzioni idonee a non lasciare fuori dei lavoratori che hanno da sempre fatto parte dell’azienda ex GSE da cui, a Brindisi, è nato l’indotto aeronautico e che ad oggi sono stati esclusi dal gruppo Dema con operazioni quantomeno sospette (!?).
Ci si chiede come lo stato italiano conceda a questi signori di disporre di agevolazioni mai viste prima (dilazione Inps), di corposi finanziamenti (INVI ITALIA) senza pretendere il corrispondente ritorno occupazionale con la riammissione in servizio di tutti i dipendenti, compresi i DCM, e anzi si consenta il taglio di ulteriori 80 unità?!!! Si sta giocando sulla pelle della gente che ormai è stanca delle vessazioni subite e che continua a sopportare.
Possibile che le Istituzioni non ravvisino l’assurdità di tale vicenda? Siamo e saremo disposti a tutto, ormai da perdere abbiamo poco o nulla, dopo che ci stanno privando anche della dignità con queste operazioni che lo Stato avalla riducendoci a carne da macello!!!

Cassaintegrati DCM

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