Cosa succederebbe se tutti coloro i quali vengono sfruttati decidessero, insieme, di incrociare le braccia? Non è un’esagerazione pensare che in gran parte del paese la produzione, materiale e immateriale, si fermerebbe. Con il primo sciopero dell’alternanza, il 13 Ottobre, abbiamo fatto capire che non vogliamo più stare a subire: ora stiamo tornando.

Se questo è il presente a cui ci condannano, che fine fanno i nostri sogni, le nostre aspirazioni, i nostri progetti?

Verso quale futuro va questo paese?

La battaglia per determinare la risposta a questa domanda ci vede tutti coinvolti: non solo noi studenti, ma anche i lavoratori, i disoccupati, i pensionati.

Perché siamo parte della stessa filiera dello sfruttamento, che si sviluppa sempre di più, nella quale entriamo quando iniziamo la scuola per rimanerci fino alla pensione, per chi l’avrà.

A chi ci vuole divisi, a chi specula sui nostri sogni e guadagna sulla nostra pelle, a chi incoraggia la guerra fra poveri per appropriarsi di tutta la ricchezza, rispondiamo con la solidarietà, rispondiamo tornando in piazza insieme per riprendere parola, per tornare a decidere su questo presente, per riappropriarci del nostro futuro.

Nella nostra provincia la situazione è ancora più grave: non ci sono fondi dedicati al diritto allo studio e i trasporti sono la parte peggiore del meccanismo. Vista l’assenza di fondi il presidente della provincia ha minacciato di dimettersi: vogliamo rivendicare un edilizia sicura e non opprimente, dei trasporti gratuiti e di qualità e che le scuole possano essere completamente vivibili. Basti pensare al fatto che ancora i riscaldamenti non sono stati accesi in nessubna scuola della provincia causando numerosi disagi e lamentele all’interno degli istituti.

Assieme a organizzazioni sindacali, cittadini, e comitati territoriali vogliamo costruire il riscatto di tutti i soggetti subalterni: non saremo soli. #èora di chiedere di più, scendi in piazza il 24Now!

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