La normativa italiana, così come quella europea – ad esclusione di una recente direttiva -, non contemplando alcun divieto in materia, non impedisce, alle persone che hanno tatuaggi, di accedere a concorsi, di aderire a stage, formazione professionale e alla presentazione di curriculum vitae.

Il Ministero della Difesa ha dettato invece, alcunedirettive restrittive, chiudendo ma non del tutto, la strada ai tatuati.

Chi sogna di entrare nelle forze dell’ordine e chi aspira a diventare un poliziotto, finanziere o carabiniere, farebbe bene a non avere tatoo o, quanto meno questi, devono essere così discreti e facilmente nascondibili dalla divisa ordinaria.

In ogni caso, le disposizioni emesse, obbligano gli operatori delle forze dell’ordine a comunicare i tatuaggi presenti sul proprio corpo, al fine di determinare la loro idoneitàe congruità.

Infatti, chi desidera prevaricare le disposizioni generali, deve tener conto che il messaggio dei propri tatoo non deve essere né offensivo, né di cattivo gusto, né violento, razzista e osceno.

Altre aziende, come nel caso di compagnie aeree, hanno deliberato normative di assoluto divieto a questo genere di trasgressione.

Di contro, ci sono professionisti di vari settori, quali ad esempio, i dj, i musicisti, cantanti ma anche calciatori ed atleti di qualsiasi disciplina, che amano “dipingersi” per comunicare ogni tipo di messaggio, alcuni davvero incomprensibili, evidentemente frutto della fantasia dell’artista tatuatore.

Ad ogni modo è una moda che si sta diffondendo in maniera esponenziale, tanto da diventare capitolo del paniere Istat.

Il paniere? In statistica economica è un insieme di beni e servizi che ritraggono gli effettivi consumi delle famiglie italiane in un determinato periodo o specifico anno ed, il risultato dello scorso anno, sottolinea l’incremento di affari nel settore con grande soddisfazione degli operatori.

Ma c’è discriminazione contro i tatuati?

Come già detto non vi è alcuna norma che ne stabilisce il decoro comportamentale. Tuttavia si registrano i primi casi di intolleranza. La regione Alto Adige, ad esempio, ha escluso categoricamente da un bando di concorso per posti al Corpo Forestale, coloro che hanno il corpo ricoperto da tatuaggi o piercing ritenuti inopportuni,da chi poi avrebbe “consegnato” la divisa.

La CIGL, nella persona di Michele Gentile – coordinatore nazionale per le politiche del lavoro del predetto sindacato – facendo riferimento ad una direttiva europea che, stabilendo il divieto di discriminazione e di esclusione dal mondo del lavoro di chiunque, per motivi religiosi, opinione e scelte personali – purché non offensive nei confronti di altri – ha avuto modo di assistere candidati esclusi a priori da concorsi.

Nel lavoro privato? Sembrerebbe prendere piede una sorta di discriminazione.

Entra probabilmente in gioco il ruolo da assegnare ad un lavoratore, ed in particolar modo se a contatto o meno con il pubblico tanto da rimarcare il concetto (giusto o non giusto) che ha maggiore valenza l’apparire anziché l’essere.

Ma pensare che i maggiori danni li concluda colui che indossa giacca e cravatta è anch’esso discriminatorio?

Ognuno avrà il proprio parere.

Rag. Giancarlo Salerno

Via Giovanni XXIII n. 13/B

Cell. 347/6848604

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