Tar Lazio su Fusione nucleare, Amati: inaccettabile cambio di regole a partita quasi finita. Andiamo al Consiglio di Stato”

Fabiano Amati

“Il Tar del Lazio ha respinto in sede cautelare il nostro ricorso sull’esperimento di fusione nucleare a Brindisi, affermando delle assolute novità in materia di contenzioso amministrativo: l’avviso pubblico non avviava una gara ma una semplice ed insindacabile ricognizione immobiliare di comparazione con il sito Enea di Frascati e che le regole del gioco potevano essere cambiate a partita quasi finita. Mi pare che ora ci tocchi il Consiglio di Stato.”

Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale bilancio Fabiano Amati, commentando l’ordinanza cautelare emessa oggi dal Tar Lazio sul ricorso presentato dalla Regione Puglia avverso il procedimento d’individuazione del sito Enea di Frascati (in danno di quello della Cittadella della ricerca di Brindisi) per la realizzazione dell’esperimento di fusione nucleare DTT (Divertor Tokamak Test).

“Ove si volesse seguire il ragionamento motivazionale seguito dalla decisione del Tar Lazio, dovremmo concludere che in Italia esistono procedimenti amministrativi privi di tutela giurisdizionale in base all’originalità/peculiarità della procedura. Il che pare un’assoluta novità per i tempi moderni e possiede notevoli somiglianze con le procedure tardo ottocentesche come quella per la realizzazione dell’Acquedotto Pugliese, la cui costruzione fu aggiudicata ad insindacabile giudizio della commissione. Ma in quel caso ebbero almeno la cura di scrivere nell’avviso pubblico l’assenza di destino per chiunque avesse voluto lagnarsi.
Infatti, non una parola sulle numerose violazioni di procedimento segnalate dalla Regione Puglia ma un insolito arroccamento su una formula in grado di dire che in questo procedimento non c’erano regole da rispettare e che addirittura potevamo essere cambiate in sede di valutazione delle offerte. Ciò un istante prima dell’atto d’aggiudicazione o – visto l’esito – di preferenza.
Ringrazio l’Avvocatura regionale sia per il meticoloso e competente lavoro compiuto sinora, che per ciò che certamente farà nel portare dinanzi al Consiglio di Stato – come auspico – le ragioni pugliesi”.

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