LECCE – Comincerà l’8 maggio prossimo dinanzi al Tribunale di Lecce il processo a 18 persone, tra cui i vertici di Tap (Trans Adriatic Pipeline), e alla stessa società, per i presunti reati ambientali compiuti nella costruzione del tratto terminale del gasdotto nel territorio di Melendugno che dalla frontiera greco-turca attraversera’ Grecia e Albania per approdare sulla costa di San Foca di Melendugno, nel Salento. Il procuratore di Lecce, Leonardo Leone De Castris e il sostituto Valeria Farina Valaori hanno notificato un decreto di citazione
diretta a giudizio per 18 persone e per la stessa societa’ Tap. Sono 15 le parti offese, tra le quali la Regione Puglia nella persona del presidente Michele Emiliano, otto Comuni rappresentati dai rispettivi sindaci, tra cui quello di Melendugno, Marco Poti’, e il Ministero dell’Ambiente; poi Alfredo Fasiello, presidente del Comitato No Tap Salento e le associazioni Vas Onlus, Codacons e Italia Nostra.
Tra gli imputati figurano gli attuali vertici della società Tap, Luca Schieppati ed Elisabetta De Michelis, l’ex country manager di Tap Michele Mario Elia, il project manager della societa’ e responsabile in materia ambientale, Gabriele Paolo Lanza; i dirigenti della societa’
Saipem, appaltatrice dei lavori di costruzione del microtunnel e del tratto di condotta offshore Albania-Italia, e i titolari delle aziende appaltatrici e subappaltatrici dei lavori.
L’inchiesta riguarda una serie di reati ambientali, tra i quali l’aver realizzato il tratto finale del gasdotto su aree sottoposte a vincolo paesaggistico senza autorizzazioni e lo sversamento di acque reflue industriali che avrebbero contaminato con sostanze pericolose la falda acquifera. Il processo si aprirà l’8 Maggio davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Lecce in composizione monocratica.
Mi rendo sempre più conto di quanto poco valgono i nostri amministratori che anziché sfruttare a beneficio della collettività e/o ripianare i debiti comunali, regionali ecc. si continua a bloccare tutto quello che potrebbe portare anche lavoro.
Secondo me i comuni interessati potevano chiede in cambio strade asfaltate o opere da realizzare nei propri comuni.
Per quanto riguarda Brindisi in particolare con due centrali nella zona industriale non si dovrebbe far pagare alle imprese l’energia elettrica ed invece ci siamo accontentati di qualche offerta per la pallacanestro.