MESAGNE – Questa sera l’angolo più suggestivo della città – Piazza Orsini del Balzo – ospiterà una cena all’aperto degna delle origini principesche dell’antico slargo grazie all’iniziativa «La Cena dei Musei», suggestivo appuntamento che coniuga spettacolo ed enogastronomia ispirandosi alle tante esperienze di Cene in Bianco di moda in tutto il mondo.

A dare un tocco di esclusività, infatti, c’è «l’obbligo» – figurativo, si intende – di presentarsi indossando abbigliamento di colore bianco. Gli addetti ai lavori lo chiamano “dress code” e si tratta di un tocco di classe in più per vivere a pieno il clima di un evento unico, il primo in assoluto del genere nella nostra città.

Al centro della serata la degustazione in una ricca cena che prevede sovratavolo con pane e pizzi, antipasti con carciofi di Mesagne, capocollo e formaggi freschi; il Primo di orecchiette maritate con cacioricotta, pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto (presidio Slow food) e basilico; per secondo: cartoccio di spiedino tipico con salsiccia e bombetta pugliese, cruditè di verdure. Per dolce cialda di mandorle e zucchero con mousse di ricotta e arancia caramellata. Come bevande acqua in bottiglia, vino Lirica Primitivo di Manduria dop.

Oltre al cibo ci sarà la piacevolezza dell’animazione a farla da padrone: il duo Antonio Stornaiolo e Giuseppe Convertini allieterà i presenti e le suggestive animazioni artistiche di Sud Theatri proietteranno in un mondo incantato.

La cena ha un costo di 25 Euro a persona ed è comprensiva di antipasto, primo, secondo, dolce e bevande. Ogni tavolo ha 10 posti a sedere ed è possibile prenotarne uno inviando una mail all’indirizzo sumesagne@gmail.com o telefonando al numero 3459277537 oppure recandosi personalmente al Museo di Arte Sacra “Cavaliere – Argentiero” di Mesagne.

L’idea della Cena dei Musei è stata curata – in collaborazione Sommelier AIS di Brindisi e l’Amministrazione Comunale di Mesagne – dal Sum – Mesagne, il Sistema Urbano Museale che a pochi mesi dal suo lancio sta animando i due musei cittadini che insistono su piazza Orsini – il comunale “del Territorio” ospitato nel Castello e l’ecclesiastico di Palazzo Cavaliere – facendone «rete e sistema».

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