Spaccio nella movida ed estorsioni: 12 arresti della Squadra mobile di Brindisi

Avrebbero fornito droga per la movida cittadina e controllato in prima persona lo spaccio di alcune delle piazze principali di Brindisi. A contribuire a delineare la mappatura precisa dello spaccio in città sono state le rivelazioni del boss pentito Andrea Romano. Rivelazioni che hanno portato la Squadra mobile di Brindisi – al comando del vice Questore Rita Sverdigliozzi – ad eseguire dodici arresti – sei in carcere e sei ai domiciliari – nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Dda di Lecce. L’accusa principale per tutti è di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanza stupefacente. Le piazze maggiormente attive avrebbero interessato il quartiere Sant’Elia, base operativa del sodalizio, il rione Paradiso e i luoghi della movida brindisina, nel centro cittadino; e sarebbero state controllate, quando non gestite direttamente, dal clan malavitoso Romano-Coffa. Nei luoghi della movida, spesso stazionavano referenti del clan che per la consegna delle dosi si sarebbero avvalsi di pusher che si muovevano con le biciclette elettriche. Nel 2019 l’attività di spaccio portò anche alla morte di un tossicodipendente di Ceglie Messapica che morì per overdose mentre era al rione Paradiso, in casa di una donna che lo aveva ospitato ed agevolato nell’acquisto della droga. Ma il gruppo criminale vessava anche i commercianti del centro cittadino: o non pagando quanto prelevato dai negozi, o attraverso vere e proprie richieste estorsive, anche di poche decine di euro, dietro minacce o atti di violenza. Violenza riscontrata anche in più episodi, durante i quali sarebbero stati esplosi colpi di arma da fuoco, al quartiere Paradiso, per affermare il controllo del territorio nei confronti di personaggi storicamente inseriti nella criminalità brindisina e che mal sopportavano la presenza di “nuove leve” che ne insidiavano il predominio. Eseguito anche un decreto di sequestro patrimoniale preventivo di un immobile, in località Giancola, nella disponibilità del clan Romano-Coffa, che si ritiene acquistato con i proventi delle attività illecite.

Le porte del carcere si sono aperte per Gianluca Volpe (25 anni), Vito Carbone (52 anni), Morris Cervellera (45 anni), Sergio Guarnaccia (45 anni), Nicolò Iaia (24 anni), Alessio Romano (37 anni). Sono invece ristretti in regime di domiciliari: Salvatore Antonio Del Monte (29 anni); Pietro Parisi (48 anni); Giovanni Quinto (23 anni); Quintino Trane (64 anni); Luca Trane (40 anni); Nyuma Clarissa Lazzaro (22 anni). 

Nei prossimi giorni si presenteranno davanti al gip per gli interrogatori di garanzia. Sono difesi dagli avvocati Daniela D’Amuri, Cinzia Cavallo, Laura Beltrami, Giampiero Iaia, Gianvito Lillo, Giacomo Serio.

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