Social e dintorni…

Mese di ottobre, giorno due. Festa dei Nonni

Ma vi sembra giusto che i nipotini ti rammentino che sei nonno? Poi, detto così su facebook è sempre un colpo basso…

Ovviamente scherzo. Anzi, se proprio devo dirla tutta, essere per loro un punto di riferimento non può non far piacere, ci si sente importanti e privilegiati.

Averli vicini sicuramente molto di più, averli lontani è la tecnologia a venire incontro.

Ed a proposito di tecnologia e nonni ecco che, inevitabilmente il pensiero va ai nonni di un tempo che, studi effettuati da esperti, hanno sostenuto la tesisecondo la quale, viene provato il perché le loro unioni duravano anche più di 50 anni.

Loro, secondo l’opinione diffusa da questi esperti, non hanno avuto “seguaci”, “follower” ed “amici”, dai quali avrebbero potuto, come oggi invece accade, ricevere pareri, consigli ed anche messaggi privati. Dunque, apparentemente, nessuna tentazione.

Nell’epoca, la nostra, dei social, quando una relazione è in crisi, “grazie” a quei messaggi/pareri contenenti “cuoricini, gattini e fiorellini”, si può avere la falsa certezza di essere considerato/a, soprattutto di sentirsi importante cominciando a credere di piacere a molti.

Ecco perché le foto che pubblichiamo le lisciamo, le ingrandiamo (specialmente gli occhi),le rimpiccioliamo (specialmente le rughe), offrendo qualcosa un pochino diverso dalla realtà.

Salire su un autobus o frequentare un locale, è sufficiente per renderci conto di quanto il nostro sguardo si sia abbassato. Siamo rapiti dai nostri smartphone. Sempre connessi, al punto di perdere il contatto con la realtà. Ed anche con il sonno. La dipendenza, oramai è certo, causa ansia, depressione ed anche problemi fisici, tipo artrosi, dovuti quest’ultimi, alla classica posizione del capo inclinato.

Nuove (?) si fa per dire, saranno le malattie che avranno un considerevole costo per la comunità. Chissà cosa ne pensa l’INPS.

E nelle ore lavorative?

Il provvedimento drastico di licenziamento va adottato con estrema prudenza.

Sorprendere un lavoratore che durante l’orario di lavoro navighi su facebook o whatsapp è da considerare un fatto grave ma non tale da intimarne il licenziamento.

Se il lavoratore – come da Sentenza Cassazione – non comprometta la sicurezza aziendale oppure non ne rallenti o blocchi l’attività, la sanzione drastica non è legittima. Questo è stato deciso.

Ed il datore di lavoro (sospettoso) per cautelarsi cosa può fare?

Lo Statuto dei lavoratori vieta il controllo a distanza sull’attività del personale ma non vieta – stando alla sentenza – che il datore di lavoro, al fine di tutelare i beni del patrimonio aziendale ed impedire comportamenti illeciti, possa crearsi un falso profilo in modo tale poter interagire, nelle ore di lavoro, con il proprio dipendente sospettato.

Dunque, la Cassazione ha deliberato che, la creazione del FAKE non costituisce reato solo se esso non istighi all’illecito il dipendente.

Il D.L. non è neppure condannabile qualora riesca a “geolocalizzare” i propri dipendenti attraverso la piattaforma Facebook in quanto,chi si iscrive al social network, acconsente di essere identificato in un tale posto. Pertanto chi si connette fornisce tali dati ed il datore di lavoro non commette alcun reato riguardo la privacy perché chi la violerebbe sarebbe, al limite, la piattaforma americana.

Anche per questo motivo il datore lavoro non viola lo Statuto dei Lavoratori.

In ogni caso la tecnologia, questa ovviamente, ci ha fottuto tutti.

Rag. Giancarlo Salerno

Via Giovanni XXIII n. 13/B

Cell. 347/6848604

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