“SHOCK IN MY TOWN” – di Davide Gigliola

Non giudicare sbagliato ciò che non conosci, cogli l’occasione per comprendere.
(Pablo Picasso)

Ieri i colori di un arcobaleno umano hanno colorato le strade della nostra Città e il titolo di una canzone dell’indimenticabile maestro Franco Battiato, esprime perfettamente quello che è accaduto. Per la prima volta infatti la città ha ospitato il Pride Salento, un evento “colorato” appunto per celebrare l’accettazione sociale, l’auto-accettazione e l’affermazione dei diritti della comunità LGBT. Vorrei offrire il mio contributo affinché ci possa essere una lettura più profonda che non scolori troppo velocemente.
Se volessimo tradurre il termine inglese shock in italiano, il dizionario elenca diversi sinonimi: turbamento, disturbo, crisi, scuotere, scandalo, stupore… Basterebbero questi termini per raccontare quello che è avvenuto ieri, a indicare certamente l’approccio variegato con questo tema. Essendo molto onesti e conoscendo il circostante è doveroso dire che viviamo in una terra che fatica – spesso estremamente – a crescere dal punto di vista culturale, retaggi di scelte storiche e politiche inefficienti impastate con l’oscurantista sistema che non ha dato reali possibilità di crescita.
La scelta di Brindisi, Provincia delle Provincie – essendo la più piccola di una Regione del Sud Italia – è stata coraggiosa da parte degli organizzatori e dei sostenitori. Potevano puntare su località più note e invece hanno puntato sulla nostra Città, forse volendola svegliare da un torpore profondo in cui, tranne che per alcuni istanti, rischia perennemente di ricadere, ridiventando quella “bella addormentata” con cui siamo “abituati” a convivere.
Shock = crisi, scandalo… La presenza del Pride in Città ha certamente provocato questo in tanti, trogloditi o bigotti che siano. Crisi per chi non accetta che esistano persone “diverse” in questo mondo, scandalo in chi, ergendosi come “custode della moralità”, è capace di puntare il dito e se fosse possibile anche bruciare sul rogo alimentandone le fiamme con “innaturale” (questo sì che lo è.…) odio.
La Costituzione della Repubblica Italiana al numero 21 afferma: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Da e con questo inviolabile diritto che questa variegata e consistente comunità, ha voluto ricordare la propria esistenza.
Perché manifestare? Ad oggi, dati Istat alla mano, le persone LGBT subiscono discriminazioni nell’espressione della loro affettività, disparità nella ricerca e sul posto di lavoro, nella scalata sociale e in svariate manifestazioni di intolleranza che spesso diventa autentica violenza fisica e mentale. Con una presunzione disarmante, qualcuno pensa e dice che siano “figli di un dio minore”, mele marce, nati malati, ecc… Quando questi pensieri vengono alimentanti da quel vento di odio che non smette di circolare e di essere diffuso, diventano insulti, botte, emarginazione… Come sarebbe bello chiedere a questi personaggi quando si stancheranno di essere cosi crudeli (cit. film The Help) …e anche cosi falsi. Molto spesso chi addita gli altri vive situazioni ambigue o peggiori, eppure eccoli sbraitare, sogghignare, bestemmiare, “pontificare” e insultare con fin troppo elementari e banali insinuazioni, mascherando l’omofobia con beffarda ironia…
Altri atteggiamenti, prodotto da questo shock, possono essere l’indifferenza o il finto buonismo dell’accettazione “passiva”. Il compianto Gino Strada ebbe modo di dire (e di fare…): “nella vita non si può essere neutrali”. No, perché non può bastare dire “li accetto, basta che non mi diano fastidio…” – si parla di persone e non di zanzare… Così come ammirevole è l’atteggiamento di chi non è d’accordo su qualcosa, ma con maturità riesce a ripetere: “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo” (Beatrice Hall – erroneamente attribuita a Voltaire). Più ampio e da comprendere diventa il concetto di libertà: “…la mia libertà finisce dove comincia la vostra” diceva Martin Luther King. Libertà che però non è un concetto infinito.
Qualcuno, erroneamente, pensa che essere liberi significhi poter fare, dire e scrivere quello che si vuole in ogni occasione, incondizionatamente. Basti pensare all’ininterrotto flusso di parole sui social – “luogo non luogo” – fatto di vendette, di sfoghi, di sbandierate certezze, luogo “liquido” abitato da “coraggiosi” Don Chisciotte, da leoni da tastiera, da tuttologi premi Nobel, da iene ghignanti, da poeti del copia e incolla, da “teologi” e “dottori” inquisitori… Il mio livore è soprattutto per quella categoria di persone che volutamente restano grette, per cui l’odio è il figlio non abortito dell’ignoranza. La gente semplice paradossalmente, forse perché autentica e libera dall’oppressione del giudizio altrui, è più predisposta a capire, mentre chi persiste nell’ignoranza sguazza nella fogna putrida della cattiveria, diventandone inconsciamente la prima vittima…
Ecco dunque il motivo del manifestare, dell’esporsi, del rivendicare la propria esistenza e i propri diritti da parte della comunità LGBT. Si potrebbe manifestare ovviamente per tante giuste cause e per troppe ingiustizie presenti del mondo, ma invece che fare sterili, meschine e inutili polemiche e azzardati paragoni, apprezziamo sinceramente ciò che intanto è avvenuto ieri nella nostra Città.
Tante potrebbero essere le letture da dare al tema in questione, ma mi limito a leggere la manifestazione di ieri con occhi umani, quegli occhi che ahimè utopicamente vorrei che tutti avessero. Invece si incrociano troppi occhi iniettati di rabbia, di perfidia, di odio…e proprio per questo:
Di fronte a comportamenti spietati, gretti, “cavernicoli”, spesso ipocriti, non si può tacere!
Di fronte al vomitevole atteggiamento di chi ha la presunzione di possedere una verità morale conformista e qualunquista, non si può e mi permetto in questo caso di aggiungere, non si deve tacere!
Di fronte a tanta incandescente ignoranza, alla falsità, alla bassezza, all’odio che tenta di rinvigorirsi sostenuto da politici inetti, non si può tacere!
Di fronte a quelle famiglie che ancora oggi, provocando ferite insanabili, dicono “meglio un figlio/a morto che gay”, non si può tacere!
Di fronte a chi per “amore di dio (il minuscolo è voluto…!), della famiglia e della Patria” vorrebbe soffocare con violenza o con borghese furbizia le “altre forme d’amore”, non si può tacere!
Di fronte a chi crede di avere a che fare con “sodomiti e prostitute”, non si può tacere!
Di fronte a chi si permette di accostare e paragonare la festa patronale con la manifestazione di ieri, non si può tacere! Anche perché, se proprio vogliamo essere onesti, gli effetti cristiani e “santificanti” da imitatori dei Santi Patroni della Città non se ne vedono cosi tanti…anzi!
Di fronte a chi sbraita contro il Sindaco e l’amministrazione comunale che partecipa convintamente all’evento, non si può tacere! Perché il misero disappunto di oggi non ripara il silenzio complice di decenni quando le precedenti amministratori violentavo e svendevano la Città tra corruzione e favoritismi.
E se quella di ieri è stata l’espressione, forse per qualcuno stravagante, non urgente o addirittura non necessaria, per dire “esistiamo”, abbiate il coraggio di dirlo a quei ragazzi e ragazze, trans, uomini e donne, che si sono uccisi (o sono stati uccisi), a chi non riesce a trovare un lavoro, a chi è barbaramente picchiato, a chi si deprime nella solitudine, ecc.., se vi sentite talmente “santi”, giusti, perfetti diteglielo voi…oppure per una volta tacete e imparate ad ascoltare il cuore di chi vuole amarsi, il cuore di persone che vogliono vivere liberamente e serenamente! E questo non per elemosinare pietà o per implorare di essere accettati, perché piaccia o no, non si attende il placet di altri per vivere, ma unicamente per ricordare anche a questa Città che non è dannoso o pericoloso chi è diverso, lo è invece chi semina disprezzo!
Se imparassimo ad ascoltare e a rispettare (che magnifico termine!) il percorso e la storia personale di ognuno, fatto di sofferenze e di traguardi raggiunti, di mete desiderate e di sogni da realizzare, fino alla consapevole accettazione del proprio io e del proprio se, forse…saremmo tutti migliori.
Perciò, a differenza di tutte quelle porte di casa, delle scuole, delle chiese (o altre “entità” religiose), degli amici e forse della stessa porta della Democrazia; socchiuse, chiuse, sbattute e serrate; ecco che Brindisi si riscopre città “aperta”, “nuova”, accogliente, matura ed equa. Una città capace, non solo per un giorno – sarebbe davvero troppo poco – di esprimere pacificamente l’apologia dell’amore in contrapposizione con altri tipi di esaltazioni che devono essere denunciate e riconosciute per quello che realmente sono e cioè reati!
A Brindisi forse sta circolando (era ora!) un vento nuovo che riguardo a una prospettiva nera ha respirato la bellezza delle “sfumature”, ricche e arricchenti come i colori di un arcobaleno, per non continuare ad essere daltonici, incapaci di riconoscere i colori, ma esperti nel disgiungere ogni sfumatura…
“Nessuna maggioranza potrà mai abolire dalla propria coscienza il sentimento della «diversità» delle minoranze” – Pier Paolo Pasolini

Davide Gigliola

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1 COMMENTO

  1. Davide, che la tua conoscenza e la tua libertà possano trascinare, coinvolgere, contagiare il mondo.
    Do ieri Brindisi è ed ha qualcosa di più .
    Ospite da tempo comincio a sentirmi sempre di più a casa.
    È magnifico guardarsi intorno e godere la caduta di ogni muro . Il mondo che si ricongiunge col mondo. Perché la Terra non è di nessuno e ogni luogo appartiene davvero a tutti quelli che vogliano abitarla. Grazie a tutti loro e grazie a te Davide

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