BRINDISI – Non ci stanno i lavoratori del servizio mensa, attualmente gestito dalla Markas, che si sono visti abbattere il monte ore del 25 per cento. Una vicenda, questa, che è stata anche oggetto di una interrogazione presentata proprio oggi in Consiglio comunale dal capogruppo del Partito Democratico Antonio Elefante.

I dipendenti della Markas, dunque, hanno deciso di imprimere una svolta a questa ‘storiaccia’ e di rivolgersi ad un legale per vedere rispettati propri diritti. Ed in 50 hanno fatto vertenza per rivendicare ciò che spetta loro.

La storia – iniziata nel 2012 – è molto lunga ed anche difficile da ricapitolare. La Markas è l’azienda a cui l’Amministrazione Consales affidò il servizio dopo la gestione all’Ati Ladisa Spa – Cascina srl, con tutto l’iter che portò all’aggiudicazione del contratto in via definitiva. E che è anche oggetto di un’inchiesta da parte della Guardia di Finanza.

Intanto, la prima contestazione nasce dal fatto che l’azienda non ha ancora ripristinato il numero di lavoratori della platea storica (pari a 108 unità), così come prevede il capitolato d’appalto; pur assumendo, contestualmente – stando a quanto ci viene riferito – altro personale amministrativo. Ma l’aspetto ancor più grave riguarda la riduzione dell’orario di lavoro dei lavoratori della stessa azienda che è così come segue: chi, in passato, lavorava due ore, oggi ne fa 1,45, chi aveva 15 ore settimanali adesso ne fa 13, chi ne aveva 4 lavora 3 ore e mezza, chi ne aveva 8 ne lavora 7. Un taglio che inevitabilmente si ripercuote sugli utenti finali, ovvero i bambini. Tutto questo, mentre i dipendenti fanno i salti mortali per accontentare maestre e scolari, trattenendosi ben oltre le ore effettivamente retribuite, ma senza più quel sorriso sulle labbra con cui si dovrebbe espletare un servizio destinato ai piccoli.

Persone che, solo per coscienza personale, hanno regalato, giornalmente, mezz’ ora del loro tempo per poter fare tutto ciò che dovevano.

Ma adesso hanno deciso di dire basta e di fare guerra alla Markas, anche perché si tratta anche per loro di mantenere una famiglia.

 

Pamela Spinelli
Direttore responsabile

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