BRINDISI – Disposto dal Gip Vittorio Testi, su richiesta del Pm Antonio Negro, il sequestro preventivo dell’area di proprietà comunale adibita a parcheggio ed adiacente il Tribunale di Brindisi, in via Lanzellotti.
Oggi pomeriggio gli agenti di Polizia Locale, diretti dal comandante Antonio Orefice, hanno apposto i sigilli all’intera area, della quale é stato nominato custode giudiziale il sindaco Riccardo Rossi.
Quattro le persone indagate: i fratelli Francesco ed Antonio Pasulo, la madre Rosanna Graziosi e Lucia Raia, moglie di Francesco Pasulo. Tutti devono rispondere di esercizio dell’attività di parcheggiatore abusivo a scopo di lucro, utilizzando un’area pubblica nella indisponibilità del Comune di Brindisi ed affidata in gestione alla Multiservizi.
Non solo. Gli stessi sono indagati anche per il delitto di cui all’art. 341 bis c.p. in quanto, in luogo pubblico e in presenza di diverse persone, offendevano l’onore e il prestigio dei Pubblici Ufficiali della Polizia Locale di Brindisi mentre compivano un atto d’ufficio (controlli per contrastare la reiterata violazione dell’art. 7, c. 15bis cds) e quindi a causa e/o nell’esercizio delle loro funzioni.
I reati sono scaturiti a seguito di specifica delega di indagine da parte della Procura della Repubblica di Brindisi che, tramite la PL, ha effettuato apposita attività investigativa (anche mediante appostamenti e registrazioni audio-video per un prolungato periodo di tempo). Era noto – e le attività di indagine lo hanno dimostrato – come la gestione del parcheggio da parte della BMS srl fosse impedita o, comunque, gravemente ostacolata dalla contestuale presenza in zona dei soggetti dediti all’esercizio abusivo di analoga attività. Le indagini hanno verificato come gli indagati, in particolare i fratelli Pasulo, gestissero l’area e dirigessero le operazioni di parcheggio delle autovetture con modalità collaudate, tanto che gli stessi, quasi sempre senza nemmeno farne richiesta, né spostarsi dalla sedia dalla quale, quotidianamente, “dirigevano” il traffico, ricevevano “spontaneamente” il denaro.
Ad un certo punto la società BMS srl, al fine di ovviare ai continui danneggiamenti e manomissioni dei parcometri e della segnaletica verticale posti all’interno dell’area e alla conseguente impossibilità di gestire il servizio di parcheggio, modificava le modalità di pagamento, predisponendo la consegna manuale dei ticket di parcheggio da parte degli ausiliari presenti nell’area; tuttavia, ciò nonostante, gli indagati continuavano a dispensare “direttive” inerenti il corretto posizionamento dei veicoli e chiedevano “chiarimenti” ai responsabili di BMS srl, lì presenti. Tali episodi si sono ripetuti nel tempo e, nelle numerose occasioni in cui personale della P.L. interveniva per prevenire atti vandalici contro la segnaletica ed il parcometro (che in alcune occasioni venivano danneggiati ad opera di ignoti), gli stessi agenti – e in alcune occasioni, il Comandante Orefice – della Polizia Locale erano destinatari di frasi dal contenuto denigratorio e intimidatorio.