Alle cinque della sera. Alle cinque in punto della sera. Nella bolgia del centrale, quella sorta di teglia d’alluminio ribollente di italici umori, si è svolta l’epica singolar tenzone tra l’alto (e dinoccolato) adesino e il giovane hidalgo dal cerotto nero.
Partita stupenda, vibrante, purtroppo solo nel primo set, con scambi supersonici seguiti in apnea dal pubblico estasiato e stipato in quella “splendida cornice” che solo Roma eterna può assicurare. Tutto bello, anzi sublime, perché il mix tra gioia del vincitore e delusione del perdente, rappresenta l’anima stessa della legge dello sport, una legge giusta, che non lascia spazio ad ambiguità e compromessi. Uno vince e l’altro perde, questa la netta dicotomia che è luce di chiarezza. Questa volta ha prevalso Carlos, più fresco, più in palla, ma i duelli con Jannik andranno avanti almeno per altri dieci anni, ripetendo cicli di sfide già viste e godute (Federer-Nadal, Dokovic-Federer). Sinner è un ragazzone di saldi principi, gentile ed educato, un grande atleta e un grandissimo campione. Però nella sua vita c’è un cono d’ombra dal quale farebbe bene ad uscire. La sua residenza a Montecarlo gli fa sì risparmiare un po’ di esborsi per tasse da pagare a mamma Italia, ma erode alquanto lo stoccaggio di stima e simpatia che il Paese gli riserva. Certo, non è il solo ad aver acquistato una casa in quel paese dei balocchi (ma è ammesso avere anche un monolocale in locazione) e a trascorrere lì almeno tre mesi l’anno. La mia critica è rivolta a tutti i rifugiati in quel Bengodi. Per restabre in ambito tennistico: Berrettini, Musetti, Sonego, Paolini e poi l’ex giocatrice Francesca Schiavone e il mitico Pietrangeli. Intanto osservo che molti calciatori ricchi e famosi, ad esempio Totti, Baggio, Del Piero, Buffon, non si sono mi sognati di chiedere la residenza nel Principato, così come la nostra grande Flavia Pennetta o l’Errani. E poi, non dico come sosteneva la buonanima del Ministro Padoa Schioppa che “pagare le tasse è una cosa bellissima”, però è sicuramente una cosa doverosissima. Attualmente, tra sportivi, imprenditori, industriali, ecc. risiedono a Moncarlo ottomila connazionali. Se pagassero tutti le tasse all’erario italico il bilancio statale riceverebbe una buona boccata di ossigeno. A proposito di Stato, anch’esso ha le sue colpe. Che siano governi di centrosinistra, centrodestra, multicolori o balneari, nulla è stata l’azione legislativa atta a contrastare seriamente il fenomeno delle residenze favorevoli e degli investimenti nei cd. Paradisi fiscali. Auguriamoci che, prima o poi, qualcuno metta una pezza a questa fuga, non di cervelli, ma di potenziali contribuenti.
Bastiancontrario
No, nun è o vero; no, nun ce credo… Magari… “Non tardare più, manchi solo tu…” (Johnny Dorelli). E via cantando…