Pasquino è la più celebre statua parlante di Roma, divenuta figura caratteristica della città fra il XVI ed il XIX secolo.
Ai piedi della statua, ma più spesso al collo, si appendevano nella notte fogli contenenti satire in versi, dirette a pungere anonimamente i personaggi pubblici più importanti. Erano le cosiddette “pasquinate”, dalle quali emergeva, non senza un certo spirito di sfida, il malumore popolare nei confronti del potere e l’avversione alla corruzione ed all’arroganza dei suoi rappresentanti.
Rinasce ora a Brindisi in un periodo di degrado politico-amministrativo assoluto.
Le Pasquinate Brindisine sono una rielaborazione, riviste, corrette e riadattate di altre pasquinate.
Il Pasquino Brindisino o se preferite l’Impertinente Brindisino
è libero di cantare e se colpisce nel segno
spera che chi ascolta possa migliorare il proprio impegno.
Eran quasi le otto di una domenica mattina
E a zonzo me ne andavo per una via cittadina.
Giunsi al fin della scalinata con un bel fiatone
quando vidi una scritta sul portone:
“Qui vive la cecata gente
parlano tutti e non si capisce niente.
Qui Sindaco e Assessori a S.Teodoro son devoti
mason capaci a chieder solo voti.
Si discute troppo, è a tutti è assai evidente
che fanno poco o addirittura niente”.
Ora sono proprio davanti a quel gran palazzo
guardai dentro e credetti d’esser pazzo.
Giran tutti e nessuno sa cosa fare
son bravi solo a pontificare.
Qualcuno è da sempre lidentro ed è molto attento
a capire la direzione che prenderà il vento.
Ora se lo vogliamo dire in rima
“Sicuramente stavamo meglio prima”