BRINDISI – La scelta di un accordo tra destra e sinistra in seno al rinnovo del Consiglio provinciale sta creando dissapori e scompiglio.

A cercar di far chiarezza, è il segretario del Partito Democratico di Brindisi e presidente della Provincia, Maurizio Bruno.

“Il polverone – scrive Bruno – sulle elezioni provinciali sollevatosi in questi giorni sulla stampa e nelle stanze della politica, ma non di certo, come sempre più spesso accade, tra i cittadini che hanno ben altro a cui pensare, mi lascia a dir poco perplesso se non addirittura stupito. Di cosa stiamo parlando e attorno a cosa si stanno accapigliando? Del rinnovo del consiglio di una scatola vuota. Della nomina di un presidente il cui lavoro sarà quello di gestire crisi, licenziamenti e problemi di ogni natura. Il tutto senza fondi e senza stipendio. Ho dato la mia disponibilità a prendere anche per il prossimo anno botte e accuse, a fare da parafulmine per i drammi anche umani connessi alla chiusura di questa scatola vuota che è la Provincia messa in liquidazione dalla Legge Delrio. Tutto ciò che ho chiesto in cambio è stata unità, unità di tutti i partiti affinché io possa gestire questa ennesima drammatica fase senza l’assillo della polemica strumentale delle opposizioni. Qualcuno ha risposto con favore a questa chiamata al senso di responsabilità, da destra a sinistra; qualcun altro ha invece fatto di questa occasione, una ragione di scontro. E spiace, spiace moltissimo, che tra questi vi siano anche importanti esponenti del mio stesso partito. Mi aspettavo sostegno e perfino apprezzamento per aver saputo trovare un’unità che non espone il Pd e chi lo rappresenta al rischio di attacchi continui, e invece mi rimproverano. Di cosa? Di non aver condiviso questo percorso. Il che è perfino infondato, oltre che inopportuno. Le scelte dei candidati al Consiglio provinciale sono infatti state condivise con i massimi esponenti istituzionali del partito. Tra loro la stessa onorevole Elisa Mariano, che considero una brillante deputata a Roma, forse però un po’ lontana dalle esigenze e dinamiche del territorio. Lei stessa, da me consultata, ha proposto per il consiglio provinciale un nome che però non era condiviso né dal suo stesso circolo né dall’Amministrazione comunale. Quindi cosa si pretende da me? Io non posso assecondare le ambizioni personali di chi oggi lamenta poca democrazia da me, quando in realtà si voleva una candidatura per sé. Ciò che per me conta non è la candidatura di Tizio o di Caio, ma la crescita e l’affermazione del mio partito e del territorio. Mi spiace che qualcuno sia rimasto scontento, ma questo qualcuno sa o dovrebbe sapere che per le elezioni del Consiglio provinciale, oggi, il voto è ponderato, e cioè il suo peso varia in base al peso del Comune da cui proviene. E io devo tener presente anche di questo. Non pretendo ovviamente di aver ragione, né mi interessa. E se qualcuno preferisce altri metodi nel mio partito, avrà modo di imporre le proprie idee nel congresso che ci sarà, così come ha confermato Matteo Renzi, a scadenza naturale del mandato. Quindi nel prossimo autunno. Frattanto impegniamoci per accrescere la nostra base utilizzando al meglio i due mesi di proroga per il tesseramento che sono stati concessi. E buon lavoro a tutti”.

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