Comune di Brindisi

BRINDISI – Umberto Ribezzi – il diciassettesimo uomo che ha fatto sì che l’Amministrazione Carluccio andasse a casa – avrebbe chiesto ripetutamente e a più persone un posto di lavoro per la moglie: lo avrebbe chiesto a Massimo Ferrarese e pare anche all’onorevole Nicola Ciracì. Entrambi lo hanno dichiarato alla stampa, dopo che il caso è stato sollevato da Toni Muccio di Noi Centro. Se questo corrisponde al vero, è certamente un fatto biasimabile, anche se alla fine non è riuscito nel suo intento, considerato che sia il Presidente Invimit che il parlamentare di Direzione Italia gli hanno risposto picche.

ribezzi umberto

Eppure, c’è qualcuno nella ormai ex maggioranza Carluccio che un posto di lavoro per la moglie l’avrebbe chiesto ed ottenuto. Si tratta di due  ex consiglieri, le cui consorti avrebbero trovato posto in una cooperativa che percepisce finanziamenti dal Comune sottoforma di buoni di conciliazione. La storia è venuta fuori a seguito di una visita dell’Ispettorato del Lavoro all’interno della cooperativa in questione. Le due donne pare che lavorino in una sede distaccata in provincia di Brindisi.

Allora delle due l’una: Ribezzi avrà pure avanzato (sbagliando, ndr) richiesta di lavoro per la moglie, ma la gogna mediatica dovrebbe ricadere anche su chi – oltre a chiedere – ha pure ‘ottenuto’.

 

Redazione

8 COMMENTI

  1. Si però sarebbe doveroso fare una informazione più dettagliata e dire chi sono i due ex consiglieri e rispettive mogli e dovrebbero spiegare come hanno ottenuto ed a che titolo
    Quel posto di lavoro ?????

  2. E sempre la solita storia ..il politico che approfitta della sua posizione per avere privilegi…e passare davanti a tutti..a chi magari quel lavoro lo aspetta da anni e ha anche la professionalità giusta ..invece prendono un incapace!! Ridicoli

  3. Si il problema è che ribezzi sentendosi rifiutare il posto di lavoro ha fatto cadere il consiglio comunale, quindi ha fatto una ritorsione ,facendo del danno a tutti i Brindisini perché le elezioni costano.

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