Reflusso esofageo e Alimentazione – del dr. Claudio Mustich (Biologo nutrizionista)

Il reflusso gastroesofageo è considerata una condizione piuttosto comune, dal momento che, secondo alcune statistiche, colpisce tra il 20 e il 40% delle persone di età compresa tra i 45 e i 64 anni.
Quando ha carattere cronico, il reflusso gastroesofageo è dovuto a un malfunzionamento del cardias, ossia la valvola che, posta tra esofago e stomaco, impedisce la risalita del cibo proprio da quest’ultimo.
Tra i fattori che possono pregiudicare il funzionamento del cardias, rientrano condizioni come l’obesità, il fumo di sigaretta, l’ernia iatale, l’asma, l’assunzione costante di certi medicinali, la gravidanza, lo stress e un’alimentazione poco salutare.
Come risolvere il problema, come alimentarsi, quali cibi mangiare, quali cibi evitare, come cucinare le vivande ecc., in presenza di reflusso gastroesofageo.
Una terapia dietetica appropriata, che aumenti il tono del cardias anziché rilassarlo eccessivamente, che mantenga a bassi livelli la pressione intraddominale anziché aumentarla e che comporti una secrezione acida contenuta da parte dello stomaco.
Qualche consiglio utile:
Pasti piccoli e frequenti. Le grandi abbuffate per frenare i morsi della fame, dovuti a un digiuno prolungato, rappresentano, per le persone con reflusso gastroesofageo, una delle principali ragioni di comparsa della sintomatologia. Non saltare mai il pasto evita di sovraccaricare eccessivamente lo stomaco, durante il processo digestivo.
Per chi soffre di reflusso gastroesofageo, un errore molto comune che può scatenare la sintomatologia è andare a letto poco tempo dopo il pasto, quindi con la cosiddetta “pancia piena”. La posizione orizzontale, assunta a letto, infatti, favorisce la risalita verso l’esofago del contenuto acido dello stomaco.
Un saggio consiglio è di aspettare almeno due ore, prima di coricarsi, e di sdraiarsi con la testa sollevata dal letto di 15-20 centimetri.
Controllo del peso corporeo e pressione intraddominale.
L’incremento della pressione intraddominale può dipendere non solo dall’eccesso di grasso addominale, ma anche da altri fattori, quali:
La gravidanza, in cui l’utero allargato spinge sullo stomaco,
L’uso di cinture o di abiti troppo stretti in vita.
Cibi da evitareTra i nemici giurati di chi soffre di reflusso gastroesofageo rientrano gli intingoli e soprattutto gli alimenti ricchi di grassi (es: fritti, carni rosse grasse, formaggi grassi, troppo olio ecc.); (perché richiedono molto tempo per la digestione), inducono un’ingente produzione di succhi gastrici (sempre per motivi legati alla digestione) e, infine, riducono il tono muscolare del cardias. Da evitare le bevande a base di caffeina (quindi caffè e tè), il cioccolato, la menta, i pomodori crudi, i superalcolici, le bibite gassate e le spezie come pepe, peperoncino, curry, noce moscata ecc.
Cosa mangiare per migliorare la nostra problematica?
Gli alimenti magri e ricchi di proteine (come carne bianca, uova, la maggior parte del pesce, i frutti di mare ecc.), perché, diversamente dai cibi grassi, sono più facili da digerire, comportano meno produzione di succhi gastrici e aumentano il tono muscolare del cardias.
La verdura fresca, per il ridotto contenuto di grassi e zuccheri, la cui digestione richiede una considerevole produzione di succhi gastrici.
I cereali integrali a basso contenuto di grassi. L’ingente quantità di fibre dei cereali integrali assorbe i succhi gastrici dello stomaco, rendendo meno probabile il fenomeno del reflusso gastroesofageo.
La frutta povera di acido citrico, come per esempio i meloni, le pere, le mele, le banane e i frutti di bosco, perché mantengono entro valori accettabili il tasso di acidità dello stomaco.
A completare un quadro che già include l’alimentazione equilibrata, la scelta dei cibi giusti e il ricorso a metodi di cottura salutari, concorre anche la serenità con cui consumare i pasti.
Infatti, mangiare bene (“bene” nel senso di salutare) non basta, occorre anche masticare lentamente e deglutire con cautela.
Sicuramente, un aiuto ad assumere un siffatto approccio nei confronti del cibo proviene dalla frequentazione, al momento del pasto, di ambienti sereni e rilassanti.

Dr. Claudio Mustich

Biologo Nutrizionista del Centro Studi Sindrome Metaboliche diretto dalla Dott.ssa Occhineri presente a Latiano c/o CentroMedico Polifunzionale, a Squinzano c/o Centro Medex.

Info: 393-9746739

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