BRINDISI – Che cosa succede quando una coppia, insieme da anni, in un amore costantemente rinnovato dall’alternanza tra spazi propri e spazi comuni, affronta la prova della convivenza in vista di un matrimonio? Comincia con questo dubbio «Due», lo spettacolo con Raoul Bova e Chiara Francini in arrivo al Teatro Verdi di Brindisi martedì 7 marzo (ore 20.30).

La scena è una stanza vuota. Mentre Marco è intento a montare il letto matrimoniale, Paola lo interroga sul loro futuro, su come saranno di lì a vent’anni. Non una banale discussione di coppia, proiettata verso la nuova dimensione della convivenza, ma una riflessione importante su come sia difficile sciogliere i dilemmi dei rapporti fra una donna ansiosa e in apprensione per il futuro e un uomo calato nel ruolo di chi, assemblato il letto matrimoniale, simbolo del nido, si sente arrivato e non ha altri pensieri. Intenzione del regista, Luca Miniero, al suo primo lavoro come autore e regista teatrale, è sottolineare la diversa visione della vita dei due novelli conviventi. La coppia è infatti catapultata in un futuro immaginato e pieno di incognite, con genitori, amanti, figli, amici, attori non protagonisti pronti a minacciare la serenità, l’amore e il progetto di matrimonio.




Marco ha la visione prosaica e incosciente della coppia, per lui l’amore è la somma di amicizia più sesso, Paola si tiene stretto il suo ideale amoroso, pericolosamente emozionale e soggetto a sbalzi d’umore: uno schema stereotipato ma ancora attuale nella coppia del nuovo millennio e nella società “liquida” teorizzata da Zygmunt Bauman. La morale? L’amore si rinnova ogni giorno insieme, donando e ricevendo attenzioni, senza quell’ansia da certezze di cui abbiamo tanto bisogno nella vita ma che sfuggono ai rapporti umani. Così come sfuggono all’amore che per definizione si vive passo dopo passo e non si progetta.

I dialoghi e le battute si alternano alle musiche e ai balletti che incorniciano i momenti di snodo della commedia, quelli nei quali la morale voluta dall’autore si rivela in forma di sibillini aforismi e citazioni filosofiche per sottolineare come il matrimonio sia tutt’altra cosa che una semplice convivenza. Alla fine il palco diventerà la metafora della vita di coppia, una stanza popolata da diverse sagome cartonate tra i due protagonisti, ciascuna raffigurante un’ingerenza sospesa tra passato e futuro e incombente come un’ombra sul destino della relazione. «È l’immagine stilizzata – scrive Miniero nelle note di regia – di una vita di coppia reale, faticosa, a volte insensata. Perché non sempre ci accorgiamo di non essere “due” in una coppia, ma molti di più».

«Quando abbiamo letto il testo per le prove – ha spiegato Raoul Bova in una recente intervista – ci siamo confrontati con Miniero. In effetti trovavo che il personaggio maschile fosse schiacciato su una visione un po’ superficiale della coppia, che se da un lato è propria dell’universo maschile, dall’altro non è esclusiva. Per questo il mio personaggio ha un doppio volto, sapendosi offrire alla convivenza e al suo futuro anche con maggiore profondità».

Nei panni di Marco c’è appunto Raoul Bova, che dopo vent’anni di tv e cinema torna per la quarta volta a teatro rinnovando il sodalizio con Miniero, autore di «Fratelli unici», film del 2014 con interpreti, tra gli altri, Luca Argentero, Myriam Leone e Carolina Crescentini. Molto più lunga,  l’inizio risale infatti al 2001, la carriera teatrale di Chiara Francini, che abbiamo già visto al fianco dell’attore romano negli spot di un gestore di telefonia mobile. Roberto Crea firma le scenografie, il disegno luci è di Daniele Ciprì mentre i costumi sono di Eleonora Rella.

Si comincia alle ore 20.30
Durata dello spettacolo: un’ora e 20 minuti (atto unico)
Ingressi da 18 a 25 euro (ridotti da 16 a 22 euro);
studenti al di sotto dei 25 anni 10 euro; ragazzi fino a 12 anni e gruppi scolastici di minimo 15 studenti 6 euro
Biglietteria online http://bit.ly/2lhl4Sd

Tel. (0831) 229230 – 562554




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