La Legge 14/6/1973 n- 366 segnò l’inizio della regolamentazione del “rapporto di lavoro” – tra l’altro – delle società professioniste ed i loro atleti dipendenti.

Le società professionistiche hanno l’obbligo di versare i contributi previdenziali all’Ente competente.

Pertanto è nullo qualsiasi patto tra lavoratore ed il datore di lavoro volto ad eludere l’obbligo nei confronti della previdenza.

Dal 1973 ad oggi, la suddetta norma ha subito dei correttivi ed interventi legislativi, legittimi ed opportuni in considerazione del fatto, per esempio, che tanti calciatori provenienti da altri Paesi non avrebbero maturato diritti pensionistici, non solo per la breve apparizione nei nostri campionati ma sopra a tutto a causa della  mancanza di Accordi bilaterali fra Stati.

Cosa che è avvenuta successivamente ed, ovviamente, le modificazioni ed integrazioni al dispositivo legislativo, hanno interessato altresì il requisito dell’età pensionabile che, dai 52 anni – purché titolari di almeno un contributo entro il dicembre 1995- è passata, con la Riforma Maroni a 60 anni con almeno 20 anni di contributi. Altrimenti occorreranno 65 anni.

Professionisti che ancora oggi calcano i terreni di gioco, come per esempio Marco Borriello, Alberto Gilardino, per effetto dei loro dati anagrafici, dovranno aspettare (ad oggi) il 2042 per potersi dichiarare dei pensionati.

Spereranno, come tanti altri fortunati, ad una pensione di non più di 3.000,00 euro mensili e ciò in virtù di “griglie contributive” appositamente create. Tantissimi altri rischiano una rendita di meno 500,00 euro mensili.




Ad ogni buon fine tutto ciò potrebbe far discutere e, forse anche sorridere, nel pensare che calciatori – dopo aver goduto di ingaggi stratosferici- possano aspirare ad una pensione.

Ma lo scenario del calcio, non è solo composto da Star; migliaia di atleti che per anni hanno calcato i campi di Lega Pro, o campionati inferiori, si dovranno accontentare di una rendita notevolmente inferiore.

Ci sono calciatori e calciatori insomma. Attualmente sono circa 2000 coloro che, avendo contribuito per il periodo ed importo necessario percepiscono il massimo previsto.

Alcuni “Grandissimi” tipo Shevchenko, può vantare 8 anni di contributi del Milan e 2 del Chelsea ma a nulla valgono i sei anni con la Dinamo Kiev; per lui arriveranno “tempi tristi”…

Ricordate BREHME il campione del mondo con la Germania? Oggi, dopo i fasti del passato, si deve accontentare dello stipendio di una impresa di pulizie. Insomma un misto di miseria e nobiltà.

Per altri il dopo carriera ha rappresentato una nuova opportunità lavorativa ed oggi, grazie alle numerose emittenti televisive, collaborano in qualità di opinionisti e commentatori. Altri come per esempio OSVALDO ( grande il suo gol alla Roma al 94°…unica cosa buona…) si esibisce oramai con un suo gruppo rock nei locali argentini.

Il FENOMENO di cui è inutile ricordarne qui il nome, partecipa con successo ai tavoli di poker mentre, KALADZE entrato in politica e stato anche vicepremier della Georgia.

CANDELA terzino indimenticabile dai tifosi della Roma è oggi produttore di vini (da buon francese), mentre il bomber HUBNER oggi coltiva l’orticello di casa e aiuta i suoceri nel bar di famiglia.

E LENTINI? Oggi, dopo aver speso una fortuna in spostamenti da Milano (sponda rossonera) a Torino (sponda bianconera)… è un grande giocatore di biliardo.

MALESANI che quando sedeva in panchina aveva già guance abbastanza…..provate, oggi ha coronato il suo sogno ed ha aperto una cantina vinicola.

Ma “quale dopo carriera” mi ha fatto ridere a crepapelle?

FABIO MACELLARI terzino dell’INTER dopo aver appeso le scarpe al muro, si è dedicato ad una originale attività: taglia la legna cantando in un gruppo country.

Giocare nell’Inter può far accadere anche questo.

Rag. Giancarlo Salerno

Via Giovanni XXIII n. 13/B

Cell. 347/6848604

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