“Io e Paolo fumavamo spinelli insieme”. L’ammissione è avvenuta davanti alla Corte d’assise di Brindisi. A parlare è Nunzia D’Errico, la madre del 19enne Paolo Stasi, ucciso il 9 novembre 2022 sotto l’uscio della sua abitazione, a Francavilla Fontana. Un omicidio per il quale il tribunale per i minori di Lecce ha condannato a 20 anni il suo presunto killer, Luigi Borracino, minorenne all’epoca dei fatti. A Brindisi, invece, si sta celebrando un altro processo, nel quale è imputato il 23enne Cristian Candita, accusato di omicidio aggravato in concorso. Ci sono altri imputati, a cui sono contestati reati legati allo spaccio di droga. Tra questi, la mamma di Stasi, Nunzia D’errico, difesa dall’avvocato Francesco Monopoli e che al tempo stesso, è parte civile con il marito e la figlia, rappresentati dall’avvocato Domenico Attanasi. Incalzata dal pm Giuseppe de Nozza, la donna ha ammesso il consumo di marijuana in casa. Mio figlio è stato ucciso senza ragione – ha detto la D’errico. Non c’era nessun debito da 50mila euro con Borracino. Al massimo di mille euro”. La donna ha poi confermato che lei stessa sapeva che in casa entrava erba che veniva confezionata in dosi. Ha, però, escluso che ci fosse un accordo per la detenzione di droga. Mio figlio – ha detto – era troppo buono e si faceva raggirare”. Ascoltata a fine udienza la dr.ssa Isabella D’Attoma, psicologa e consulente di parte che ha trattato un profilo di Nunzia D’Errico ed ha parlato del danno piscologico subito dopo il trauma della morte del figlio. Prossima udienza il 15 ottobre con l’esame degli imputati.