Lo scrive Gianluca Giansante in un libro che si occupa di comunicazione politica, lo urlava Nanni Moretti in Palombella Rossa, ad una giornalista inesperta: “Le parole sono importanti!”.

Ecco LE PAROLE SONO IMPORTANTI, parto da questa citazione per rendere giustizia alla professionalità ed al ruolo sociale della figura del cronista, il quale dovrebbe misurarsi con la capacità di non essere mai banale e rendere la realtà intellegibile e mai perdersi nella politica politicante, riportando (troppo spesso) parole, dati e numeri sbagliati o proclami infondati, nonostante la persona a cui mi riferisco si occupi dello stesso caso da un anno intero. È necessario che questa stessa persona prenda consapevolezza che quelle parole mal riportate alimentano sgomento e preoccupazione in chi nella Gse o nella Tecnomessapia o chi in tutte le altre aziende ci lavora, uomini dal futuro in bilico per cui anche una virgola diventa importante; ma anche in coloro i quali con responsabilità si preoccupano di questo territorio e del suo carente stato occupazionale, magari non pensando che sia una ghiotta opportunità di campagna elettorale ma nella sola responsabilità del ruolo che si ricopre.

Non sono un giornalista ma in 11 anni da editore locale e da coordinatore di redazioni giornalistiche ho visto avvicendarsi decine e decine di appassionati o professionisti di mestiere e nonostante sia passato un quinquennio ricordo le emozioni e la determinazione di chi aveva voglia di raccontare, di scrivere, di scoprire le verità, di studiare, di approfondire, tanto spasmodicamente per cui un attimo prima di andare in stampa “l’ultima lettura” era la più importante… Roberta, Giuseppe, Sonia, Eliseo, Antonio, Pamela, Serena, Alberto e tanti altri.

Oggi, dopo aver svolto il ruolo di R.S.U. e di componente di segreteria Uilm, e quindi dopo aver seguito intensamente e da vicino queste vertenze, resto perplesso dinanzi alla facilità con cui un importante quotidiano brindisino pubblica su una materia tanto delicata pezzi infarciti di superficiali inesattezze, dando spazio e ancor peggio, dare per fondata una notizia che notizia non è!  . Perché troppo spesso devo ascoltare e confortare le paure dei tanti colleghi operai che, leggendo quel giornale, apprendono notizie inutilmente destabilizzanti e a volte di segno completamente opposto a quelle ufficialmentecomunicate qualche ora prima. L’ultimo esempio in ordine di apparizione è quello secondo cui la Gse in esercizio provvisorio ha la CIGS in scadenza a febbraio,(falso) infatti  è noto attraverso tutte le ordinanze del giudice delegato che la CIGS è sempre stata subordinata all’esercizio provvisorio e che le autorizzazioni ministeriali sono state le seguenti (1 marzo/30 giugno – 1 luglio/31 ottobre – 31 ottobre/ 31 dicembre e se l’esito della procedura competitiva sarà positiva l’esercizio provvisorio sarà richiesto e prolungato fino al 31 gennaio, tale da consentire stipula notarile il 23 gennaio) tra l’altro sostenendo diverse volte che il totale delle maestranze è di “277 lavoratori” (falso) o che “è andata deserta la 4° asta” (falso anche questo).

Gli articoli di giornale dovrebbero essere scritti per informare della verità, perché la conoscenza dei fatti deve originare da fonti attendibili magari perché presenti e anche quelle fonti vanno verificate, perlomeno prima di dar spazio a presunte dichiarazioni di dichiaranti assenti alle riunioni o a volte faziosi e irresponsabili. Insisto perché il tema è cruciale: le parole sono importanti, oggi e per noi ancora di più, perché il lavoro è importante!

 

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