Porto di Brindisi: siamo su Scherzi a parte! Ma il sedere è dei brindisini…

BRINDISI – Il progetto della vasca di colmata, legato a quello dei dragaggi per i nuovi accosti di Sant’Apollinare, risale ai primi anni del nuovo millennio. L’iter ha attraversato varie fasi e peripezie: nel 2005, quando fu sottoposto a Via il progetto dei dragaggi di Sant’Apollinare, venne prescritto che i sedimenti avrebbero dovuto trovare posto in una vasca di colmata da realizzare a Costa Morena Est o Capobianco. Nel 2010 il progetto ha subito un aggiornamento tecnico-funzionale, che ha portato all’indicazione di Costa Morena Est come sito prescelto. Il progetto della vasca, pertanto, è stato redatto su misura per quella location, così eliminando l’opzione Capobianco. Tale intervento è anche rientrato nel Patto per Brindisi siglato con il ministro del Pd De Vincenti. Poi la candidatura del progetto all’interno dell’Area logistica integrata appulo-lucana ha consentito di trovare un canale privilegiato, con i 39 milioni destinati per i dragaggi di Sant’Apollinare (fino a -12 metri) e per la vasca di colmata di Costa Morena Est che paiono molto vicini dall’essere elargiti in favore del porto di Brindisi. Dopodiché, l’intervento complessivo (diviso in tre lotti) da 85 milioni di euro prevede il dragaggio dell’ingresso nel porto di Brindisi e della banchina di Costa Morena fino a -14 metri.

Adesso il Pd e l’amministrazione comunale retta dal sindaco Rossi, in fase conclusiva di valutazione d’impatto ambientale, hanno ritenuto opportuno opporsi alla realizzazione dell’opera prevista in quella location, ritenendo però – e qui c’è da riflettere – che il progetto della vasca di colmata a Capobianco non richiederebbe l’assoggettamento a Via. Un’affermazione sconcertante, sconfessata da Messineo, segretario generale dell’Autorità portuale del Mar Tirreno Centrale e massimo esperto di dragaggi, e dal dirigente dell’Authority Di Leverano, che hanno dovuto spiegare al Comune l’ovvio, ovvero che per spostare l’opera a Capobianco bisogna ripartire da zero sia con la redazione del progetto, che con la riprogrammazione del Piano operativo triennale (approvato in Comitato di gestione con l’avallo anche del rappresentante del Comune), che con la Via, che con la ricerca dei fondi, in quanto la vasca, se realizzata a Capobianco, costerebbe il doppio.

Tutto ciò non preoccupa il sindaco e la sua maggioranza, che sono convinti che con un’interlocuzione con il Governo tutto si risolverà nel giro di due anni, e se si dovesse perdere il finanziamento, pazienza, tanto alla città interessa il traffico passeggeri, non quello delle merci, perché il secondo non ha lo stesso impatto economico del primo, tesi che qualunque addetto ai lavori sconfesserebbe, perché è risaputo che il traffico merci e la logistica apportano molta più ricchezza attraendo grossi investitori e armatori. Senza contare che, come ricordato da Patroni Griffi, un traffico passeggeri dove le navi sono impossibilitate ad attraccare in prossimità del Centro cittadino (opzione garantita dagli ormeggi a Sant’Apollinare), avrebbe un impatto ancora più modesto sull’economia della città.

Le opere, come spiegato da Messineo, andranno realizzate entro il 2022, e secondo tutti i presenti – tranne che per il Comune -, un cambio di location sarebbe impossibile da attuare nei tempi richiesti da Bruxelles. Secondo l’amministrazione comunale, ad un tratto non sarebbe impossibile inoltre convincere la Marina militare a spostarsi dal Seno di Ponente a Capobianco, rimodulando per la 726esima volta l’accordo di programma del 1999, sfruttando i 16 milioni a disposizione non più per interventi sulle banchine del Seno di Ponente (il cui progetto, tra l’altro, è pressoché pronto), ma per banchinare Capobianco. Come spiegato da Messineo, poi, la soluzione di Capobianco richiederebbe un innalzamento del piazzale a 3,5 metri, circostanza che renderebbe impossibile l’ormeggio delle navi che dispongono di rampe di massimo 2 metri.

Tutte ipotesi suggestive, comunque, quelle del Comune, che piacciono anche allo scrivente, ma che si scontrano con la realtà, che questa amministrazione non vuole vedere o non è in grado di vedere, data la mancanza di conoscenza di alcune delle tematiche all’ordine del giorno, che riguardano il sedere di tutti i brindisini.

E’ legittimo avere una propria visione politica, anzi è auspicabile, ma non si può avere la supponenza di decidere dispoticamente sulla testa dei brindisini senza interpellarli ad esempio attraverso un referendum consultivo. Se è vero che, come affermato dal sindaco, “non si può giudicare un film dal titolo”, è altrettanto vero che non ci si può presentare a una riunione tecnica con una impreparazione inaspettata, che ha portato l’amministrazione comunale a confondere la Via per i dragaggi di Sant’Apollinare del 2005 con la Via necessaria per il progetto (ancora inesistente) della vasca di colmata di Capobianco, ad affermare che la vasca conterrà anche i sedimenti degli altri porti pugliesi quando è tarata solo per accogliere quelli rivenienti dai dragaggi nel porto di Brindisi, a parlare di ripascimento delle spiagge attraverso sedimenti che sono inquinati e tali resteranno.

Andrea Pezzuto

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7 COMMENTI

  1. Si ha ancora il coraggio di parlare del dirigente dell’Autority nonostante i numerosi procedimenti giudiziari ed i danni incalcolabili che ha fatto alla città!
    Piuttosto l’Autorità Portuale revochi immediatamente la concessione delle opere a terra di Barretta ed individui un molo fuori dal porto interno come base per quell’obbrobrio di rimorchiatori!

  2. Non condivido. Concordo invece con il sindaco e tutta l’ amministrazione sottolineando il fatto che non è decisione esclusiva del PD.
    Grazie.

  3. Tutti quelli che hanno la verità in tasca si facciano avanti. Diversamente è solo un bel parlare. Il diritto di parola è garantito dalla costituzione, a tutti, figuriamoci ai “giornalisti”!!

  4. Frase del tutto imprecisa :”Adesso il Pd e l’amministrazione comunale retta dal sindaco Rossi, in fase conclusiva di valutazione d’impatto ambientale, hanno ritenuto opportuno opporsi alla realizzazione dell’opera prevista in quella location, ritenendo però – e qui c’è da riflettere – che il progetto della vasca di colmata a Capobianco non richiederebbe l’assoggettamento a Via”. I tecnici comunali hanno diversamente sostenuto che, se l’autorità di sistema proponesse sua sponte, in corso di procedimento (quindi con l’attuale procedura di Via non ancora conclusa) , una soluzione localizzativa alternativa, l’autorità competente ministeriale potrebbe, previo confronto, non comportarne la riedizione ma proseguire nell’Inter già avviato. Questa soluzione fu ritenuta possibile dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la TAP a proposito dell’approdo quindi è amministrativamente assentibile. Sempre che l’esperto di VIA che ha scritto questo fulgido articolo lo consenta…