Il nuovo piano della sosta ha destato notevoli polemiche in città. E’ una prerogativa dei cambiamenti in generale, dei cambiamenti nella nostra città, in particolare. Non entro nel merito tecnico delle modifiche, chi le ha pensate avrà seguito una sua logica.

La validità del piano si potrà misurare tra qualche tempo e la nuova amministrazione potrà apportare le modifiche necessarie all’occorrenza.

Quello che non va nella nostra città è la mancanza di pianificazione in ogni settore.

Questo non è attribuibile alla gestione commissariale. E’ una roba che viene da lontano, da tempo, troppo.

In mancanza di un piano, ogni azione può sembrare sconnessa e discutibile oltre che partorita per tamponare solo situazioni di emergenza. Continuando in questa direzione non si costruisce nulla di buono, si prosegue a tentoni nella speranza di non inciampare.

Per Liberi e Uguali nel programma delle prossime politiche l’ambiente e l’ecosostenibilità di ogni proposta futura hanno un posto predominante.

Rossella Muroni ex presidente di Legambiente è candidata come capolista al senato proprio nella nostra area.

Il nostro territorio ha necessità di una sveglia. Le polemiche sul piano della sosta, sul rendere più o meno costoso il parcheggio in una determinata zona della città, hanno una importanza particolare ma, inquadrate con quello che accade nel resto d’Europa e dell’Italia che va avanti, sembrano polemiche fuori tempo.  Quasi questioni di lana caprina.

Mi spiego. Esistono dei protocolli internazionali da rispettare che obbligano l’Italia ad adeguare la mobilità nelle proprie città. Sono i protocolli che tendono a rendere l’aria meno inquinata e la vita dei cittadini più sana oltre che tesi ad abbattere drasticamentei consumi inquinanti.

Quando si siglano dei protocolli, significa che i finanziamenti nei prossimi anni saranno erogati alle comunità che avranno sviluppato la pianificazione richiesta.

In parole più semplici, se ci si accorda a livello europeo che le città debbano avere una mobilità sostenibile, la prima cosa da farsi è adottare un piano per la mobilità sostenibile in linea con gli accordi siglati.

I prossimi finanziamenti europei saranno erogati solo a chi si sarà dotato di questa pianificazione. Se non si pianifica per tempo si rimane esclusi.

Noi di esclusioni ne abbiamo avute tante, proprio per questi motivi.

Ecco perché, nelritenere che le situazioni particolari vadano sempre rispettate e discusse, penso che questo vada fatto all’interno  di una idea di città nuova, in linea con le aspettative europee.

Mentre noi discutiamo se sia giusto prevedere una zona di maggior costo intorno al Palazzo del Municipio, Bari si appresta a varare un piano di 26 milioni  di euro per la realizzazione di piste ciclabili. Tutto già progettato, finanziatoe pronto alla realizzazione.

E’ notizia di qualche giorno fa che il ministero finanzierà la Città di Bari affinché i pendolari che utilizzino la bicicletta abbiano un incentivo in busta paga.

Ed è una realtà che non è lontana da noi.

Brindisi ha tante aziende che avrebbero l’obbligo per legge di dotarsi di un manager per la mobilità (è obbligatorio per tutte le aziende con più di 300 dipendenti) ma, ammesso che ci sia, con chi interloquisce questo manager se dal lato pubblico non c’è una interfaccia?

Ci sono tanti altri esempi di cambiamento in giro. Firenze avrà a breve una vera e propria Bicipolitana, una metropolitana per le due ruote che permetterà di attraversare la città in tutte le direzioni su linee di trasferimento veloce pensate per i ciclisti. Pesaro la ha da anni.

E’ una rivoluzione che prende tante città italiane. E’ il futuro.

Il nostro governoha approvato il piano generale della mobilità ciclistica nazionale, integrato nel sistema ciclabile transeuropeo chiamato Eurovelo.

Tutto questo non è solo roba per appassionati delle due ruote.

E’ sintomo che sta cambiando l’idea di città. Nei paesi più evoluti è già cambiata. Per chi avesse la possibilità basterebbe fare un giro in paesi come l’Olanda e la Danimarca.

Alla base di una mobilità sostenibile inoltrec’è un trasporto pubblico che funzioni.

In questa ottica di cambiamento  il servizio pubblico dovrebbe diventare il sistema primario di trasporto e non l’ultima possibilità quando non si abbia altra scelta.

Una maggiore fruibilità del servizio è necessaria però. Si pensi all’utilizzo di pannelli informativi che permettano ai cittadini di conoscere con precisione i tempi di arrivo dei mezzi pubblici ed i tempi di percorrenza tra le fermate. Sono già molto diffusi in altre realtà.

Tutto questo è anche una grande occasione di sviluppo economico e di lavoro per la realizzazione delle infrastrutture, di sviluppo turistico.

Ricordiamo che il turista dopo un po’ scappa via, se non ha i servizi.

Tutti noi sappiamo quanta necessità di occupazione ci sia nel nostro territorio e quanto sia importante lo sviluppo turistico.

Con Riccardo Rossi, nostro candidato Sindaco, gli alleati di Brindisi Bene Comune e del Partito Democratico negli incontri di programmazione che stiamo facendo in questi giorni abbiamo concordato di voler offrire una nuova idea di città basata su questi principi.

La sostenibilità e la sua pianificazione sarà al centro dell’azione amministrativa.

Vogliamo tenere conto delle esigenze particolari della gente con cui discuteremo ma, all’interno di un idea di sviluppo sostenibile generale al passo coi tempi e con le occasioni di crescita da non perdere.

Magari invece che litigare su zone rosse e zone blu dovremmo rammaricarci per delle biciclette messe in punti inutili della città, che ormai sono diventate ferro vecchio ed un monumento all’inefficacia. E’ un classico esempio in cui una azione anche se meritoria, fatta al di fuori di una pianificazione generale che non parta dalla esigenza dei cittadini, perda di senso e di utilità.

Il servizio andrà riallocato nelle periferie, può servire maggiormente a chi dalla periferia voglia giungere in centro.

Occorre utilizzare le risorse disponibili con buon senso e con lungimiranza ed è indispensabile coinvolgere i cittadininelle scelte.

Occorre agire velocemente, l’Europa non aspetta e siamo già in forte ritardo.

Paolo Perrino

Liberi ed Uguali Brindisi

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