Lettera aperta a sua Eccellenza il prefetto di Brindisi e al sig. Questore di Brindisi sa parte di Carmine Giuliani, titolare del supermercato “Meta” di Largo Angeli, vittima di una rapina proprio due giorni fa:

Viviamo un’epoca dove il relativismo ha soverchiato i valori, i principi morali, etici ed educativi . L’ingegneria sociale con Overton ci ha portato a capire che tutto è possibile, tutto ciò dovrebbe farci riflettere sul degrado morale, civile, culturale e sociale raggiunto dalle società cosiddette “civili”. L’incuria morale ha raggiunto livelli tali che per invertire tale deriva ci vorrà a mio avviso solo il costante impegno individuale, evitando di delegarlo ad istituzioni politiche e culturali, che altro non sono che espressioni di quelle stesse menti che di fatto hanno imposto un modello culturale incentrato su un materialismo sfrenato, che ha sostituito la spiritualità nella ricerca della vera essenza dell’uomo. Dispensare colpe risulta pertanto solo un’operazione oziosa è sterile, non ha senso mettere all’indice una determinata categoria piuttosto che un’altra, il dato oggettivo su cui ragionare è solo uno: l’impossibilità di vivere in queste condizioni.
Questa premessa escatologica, serve solo per esplicitare il mio disagio e credo quello di tanti imprenditori che come il sottoscritto sono pervasi da sentimenti di inquietudine e impotenza davanti a fenomeni criminogeni , e nel contempo introdurre un’interrogazione a chi può e deve fornire soluzioni che potrebbero servire ad arginare questa recrudescenza di crimini perpetrati nei confronti di un’intera comunità, affinché riescano a trovare soluzioni che permettano a tutta la comunità di vivere serenamente il proprio quotidiano.
Chi scrive è un imprenditore e padre di famiglia,che ha subito la seconda rapina nel giro di pochi anni, e che vive nella stessa città dove voi oggi operate.
Brindisi purtroppo, sconta ritardi dovuti a colpe addebitabili solo a politiche nazionali miopi ed egoistiche, che hanno da sempre privilegiato una parte della nazione rispetto ad un’altra.
Risulta chiaro allora, che in un momento in cui ci si trova ad affrontare una crisi come quella che stiamo vivendo, e che colpisce in maniera indiscriminata tutto il paese, le problematiche in questa città si acuiscono rispetto ad altre realtà. E gli stessi problemi che in altre città più evolute dal punto di vista economico e culturale sono ancora gestibili e controllabili, qui a Brindisi assumono per ovvie ragioni, le caratteristiche dell’emergenza.
Mi riferisco in particolar modo all’esponenziale numero di rapine e furti che le attività economiche della città stanno subendo ormai da parecchi anni. Attività economiche già costrette a fare i conti con un’innumerevole mole di tasse, gabelle e balzelli vari, che ne stanno soffocando quel residuo di vitalità che permette ancora a molte famiglie di poter vivere dignitosamente.
Allora chiedo: al netto delle politiche di contenimento della spesa, per quale motivo in una città come Brindisi che ha un organico di forze di polizia più che adeguato, si debba avere l’organico a pieno regime solo la mattina, e viceversa nelle ore serali quando statisticamente ci sono più fenomeni criminosi, le stesse unità vengono ridotte drasticamente?
Cosa si aspetta per aumentare i controlli di prevenzione e i presidi in città, nelle ore serali?
Dobbiamo aspettare che ci scappi il morto?
Il mio non vuole essere un atto d’accusa nei confronti di nessuno, anzi, capisco e rispetto il vostro ruolo istituzionale, la mia è una mera constatazione e soprattutto un interrogativo al quale vorrei che venisse data una risposta.
In chiusura permettetemi di ringraziare per la grande professionalità dimostrata, le forze di polizia intervenute, in particolare gli agenti: Cirici Paolo, Stridi Felice, Garzilli Silvano e l’isp. Mazzeo e mi scuso se dimentico qualcun’ altro.
Carmine Giuliani

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