Peppe Vinci, la Cassazione riapre il caso: un nuovo spiraglio di giustizia per il giovane travolto ed ucciso nel 2018

La battaglia legale per ottenere giustizia per Peppe Vinci, il ragazzo di 19 anni tragicamente investito da un furgone dopo una caduta in scooter il 14 agosto 2018, segna un punto di svolta. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato della famiglia, Ladislao Massari, annullando la sentenza di assoluzione in secondo grado del conducente del furgone, un ambulante di 60 anni. Il caso sarà riesaminato dalla Corte d’Appello civile di Lecce.

La tragedia si consumò all’alba, sulla strada tra Fasano e Ostuni. Peppe, dopo essere caduto dal suo scooter, venne travolto da un furgone. L’uomo alla guida lo trascinò per alcuni metri, fuggendo poi senza prestare soccorso. Solo otto giorni dopo, il conducente si presentò ai carabinieri. Accusato di omicidio stradale e omissione di soccorso, l’ambulante fu assolto in primo grado. Ma la famiglia Vinci non si è mai arresa. La madre e il padre di Peppe, Anna e Benny, hanno lottato instancabilmente per ottenere giustizia, anche di fronte a un iter giudiziario che sembrava chiudersi in modo sfavorevole. In primo grado, la Procura di Brindisi non aveva incluso l’omissione di soccorso tra i capi di imputazione, un’omissione che si è rivelata cruciale. L’imputato, nel corso del rito abbreviato, venne assolto anche dall’accusa di omicidio colposo.

In secondo grado, l’assoluzione fu confermata, e la Procura generale non ritenne necessario presentare un ulteriore ricorso. Tuttavia, la famiglia di Peppe, decisa a non lasciar cadere nel silenzio la memoria del figlio, ha proseguito la battaglia legale fino alla Cassazione. Ed il loro impegno e la loro determinazione hanno finalmente portato a una nuova opportunità di giustizia.

Durante la lettura della sentenza della Cassazione, l’emozione è stata palpabile. Le lacrime di Anna e Benny hanno espresso il sollievo per una decisione che riapre la possibilità di vedere riconosciuta la verità e le responsabilità, almeno sul piano civile. “Finalmente Peppe avrà giustizia”, hanno dichiarato, consapevoli che, purtroppo, sul piano penale l’imputato non potrà più essere condannato.

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