Parla ancora.. (visto da sinistra) Ancora parla.. (visto da destra)

Il Presidente dell’INPS dott. Tito Boeri ha espresso in audizione, in Commissione Lavoro del Senato, una fondata preoccupazione per l’elevato numero di certificati di malattia che l’Istituto riceve, mediamente ogni anno, quantificandolo in 12 milioni.

Ha precisato che le certificazioni di malattia provengono equamente dal settore privato e da quello pubblico.

A fronte di ciò l’Istituto è riuscito ad eseguire visite fiscali nella misura di circa un milione pari al 5% dei certificati ricevuti.

Il Presidente ha fatto presente l’importanza di “scegliere con cura dove e quando eseguire le visite” non ritendendo, evidentemente giusta, la disposizione del Garante per la privacy secondo la quale si chiedeva la sospensione di “data mining”.

Il Data Mining (ho dovuto informarmi anch’io) è l’insieme delle tecniche e delle metodologie che hanno per oggetto informazioni da grandi quantità di dati, attraverso metodi automatici e l’utilizzo scientifico delle stesse.

In poche parole, mentre tanti anni fa (posso esserne testimone al pari di tanti altri Colleghi) , L’INPS si basava sulle altissime percentuali di assenza dal lavoro, quali ad esempio, quelle nel mese di agosto (sospetto di mare/montagna), quelle nel mese di settembre (sospetto vendemmia) e nel mese di dicembre,questa programmazione di visite fiscali poteva ritenersi appropriata alla lotta contro un certo abuso.

L’analisi esposta in Commissione, ha svelato numeri importanti, tant’è che Boeri, ha quantificato in circa 2 miliardi di euro per l’indennità di malattia per i dipendenti privati ed in circa 2,8 miliardi di euro per i dipendenti pubblici.Oneri davvero importanti per l’Istituto.

Boeri ha sottolineato l’importanza di ritornare al metodo scientifico, precedentemente adottato, ritenendo fortemente ridotta l’attuale efficacia delle visite e, chiedendo al contempo, l’estensione della competenza INPS sulle visite di controllo ai dipendenti pubblici.

Altra richiesta formulata in Commissione riguarda la fascia di reperibilità che nel privato attualmente consistono in 4 ore al giorno. Per Boeri “non ha senso che ci siano differenze tra lavoratori pubblici e privati”. Le fasce orarie dovrebbero essere di almeno 7 ore, per tutti.

In questo modo ha spiegato si potrebbero ridurre le spese, gestire al meglio i medici e svolgere i controlli in modo efficiente. La modifica all’attuale normativa dovrebbe rientrare nella riforma sul pubblico impiego.

Noi Consulenti, siamo fortemente interessati e curiosi dell’evolversi della questione, non fosse altro per gli oneri derivanti da questo genere di assenze che evidentemente, non interessano a nessuno, nemmeno a chi potrebbe identificarci come un valido alleato.

Ma questa è un’altra storia, purtroppo.

Rag. Giancarlo Salerno

Via Giovanni XXIII n. 13/B

Cell. 347/6848604

CONDIVIDI

LASCIA UN COMMENTO