BRINDISI – Sandro Dell’Agnello fa dell’animus pugnandi la sua prerogativa, e quest’anno, per mantenere la categoria, ne servirà da vendere. Per questo il profilo del nuovo coach di Brindisi si attaglia perfettamente alle esigenze della stagione che la New Basket si appresta a vivere: dopo gli anni “ruggenti” vissuti nella parte sinistra della classifica, quest’anno – per via delle note ristrettezze economiche sopraggiunte – l’obiettivo primario non può che essere la salvezza. Ed è in questo contesto che si inserisce la scelta di coach Dell’Agnello, il quale si può ritenere uno specialista nel fare le nozze con i fichi secchi, dato che le sue ultime quattro stagioni le ha vissute dividendosi tra Pesaro e Caserta, piazze dove la salvezza, più che un obiettivo era diventata un patema.
La carriera da allenatore di Dell’Agnello conosce la prima impennata proprio nella sua Livorno, nella massima serie, dove nella stagione 2006-2007 viene chiamato in corsa per raddrizzare una stagione deficitaria, senza tuttavia riuscirci. Rimane lì anche nelle successive due stagioni di LegaDue dove, pur non disponendo di roster propriamente competitivi, riesce ad ottenere buoni risultati, strappando anche il titolo di allenatore dell’anno nella stagione 2007-2008.
A seguito del buon lavoro svolto, nella stagione 2009-2010 viene chiamato sulla panchina di Venezia, che all’epoca militava in LegaDue, ma nel gennaio del 2010 viene sollevato dall’incarico.
L’anno successivo decide di rimettersi in gioco e di scendere ulteriormente di categoria: la scelta lo premierà, perché riuscirà a riportare Brescia in LegaDue dopo essere subentrato a stagione in corso a coach Furlani. Resta anche l’anno successivo e riesce a portare la squadra ad un insperato sesto posto.
Nella stagione 2012-2013 segue Ario Costa (con lui a Brescia) nell’avventura forlivese, sempre in LegaDue, dove allenerà per un certo periodo Miro Todic. Qui la sua squadra ottiene un quinto posto e viene eliminata ai quarti di finale playoff proprio da Brescia.
Dopo la gavetta nelle minors, nella stagione 2013-2014 arriva il momento del ritorno nella massima serie: Ario Costa, chiamato da Pesaro a presiedere una società alle prese con grandi difficoltà economiche, decide che Dell’Agnello è l’uomo giusto per portare a casa l’obiettivo di una difficile salvezza. Sarà la stagione dell’esplosione dei rookie terribili, ovvero Elston Turner ed O.D. Anosike, che proprio a Brindisi, alla penultima giornata, riuscirono a staccare il ticket per la salvezza ai danni della Montegranaro di Recalcati (9 vittorie e 21 sconfitte per entrambe), così sottraendo a Brindisi la possibilità di qualificarsi tra le prime quattro.
L’anno successivo rimane a Pesaro, ma la stagione si rivelerà ancora più travagliata: il quintetto iniziale è composto interamente da giovani americani provenienti dai college, ed alla prima giornata i 36 punti di distacco rimediati proprio a Brindisi fanno presto comprendere l’antifona. Durante il girone di andata la squadra racimolerà sole tre vittorie: peggio farà solo Caserta, che riuscirà a vincere la sua prima partita alla quindicesima giornata, proprio contro Pesaro. Questa sconfitta costerà la panchina a Dell’Agnello, nonostante le resistenze di Ario Costa: al suo posto subentrerà il suo vice, Paolini, che grazie anche all’innesto di Chris Wright riuscirà ad ottenere la salvezza all’ultima giornata, nella celebre sfida ad “eliminazione diretta” contro la Caserta di Esposito, che non riuscì a coronare l’incredibile rincorsa approntata (la stagione terminò con Pesaro a 16 punti e Caserta a 15 per via di un punto di penalizzazione che le fu affibbiato per inadempienze societarie).
Per ironia della sorta, l’anno successivo Dell’Agnello ha guidato proprio la Juve Caserta, conducendola ad un’altra salvezza thrilling, conquistata grazie alla classifica avulsa tra Virtus Bologna, Caserta, Capo d’Orlando e Torino, con la prima ad avere la peggio e retrocedere nella serie cadetta.
Confermato anche quest’anno alla guida di Caserta, Dell’Agnello è riuscito a condurre la squadra ad una salvezza più tranquilla, seppure la stagione non abbia fatto mancare all’allenatore alcune tribolazioni: ad un girone di andata da squadra rivelazione (chiuso a 14 punti, mancando l’accesso alle Final Eight per via della classifica avulsa questa volta meno benevola) è seguito un girone di ritorno pieno di turbolenze, condito da 7 sconfitte di fila, figlie soprattutto delle difficoltà societarie e di organico. La squadra, infatti, ad un certo punto ha dovuto fare a meno di Czyz e Bostic per infortunio e di Sosa e Cinciarini per questioni societarie.
Insomma, pancia a terra e coltello tra i denti, perché se ancora ci fossero dubbi, con il tenente Dell’Agnello si va in battaglia.
Andrea Pezzuto Redazione |