Omicidio Stasi, restano sotto sequestro i 10mila euro e la pistola a gas del 18enne indagato

Paolo Stasi

Il tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di dissequestro del tesoretto trovato dai carabinieri di Francavilla nel corso di una perquisizione in casa del 18enne indagato, assieme ad un altro ragazzo, per l’omicidio di Paolo Stasi, avvenuto lo scorso 9 novembre. Nell’abitazione del giovane furono trovati 10mila euro in contanti ed una pistola a gas. Agli inquirenti, tramite il suo legale – l’avv. Leonardo Andriulo – il ragazzo aveva spiegato che il denaro sarebbe frutto dei compensi da dipendente dell’impresa edile dello zio e, in parte, regali per il suo 18mo compleanno, festeggiato pochi giorni dopo il delitto. La pistola, invece – anche quella resta sotto sequestro – sarebbe, a detta del ragazzo, un’arma innocua, non modificata per sparare proiettili. Di diverso parere, invece, gli inquirenti che ritengono quei soldi dieci fossero provento dell’attività di spaccio di droga. Per questo motivo, il 18enne – oltre che dell’ipotesi di reato di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi – risponde anche di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. La teoria investigativa è che il 18enne, con l’inganno, possa aver dato appuntamento a Paolo alle 18 di quel 9 novembre ma che, al suo posto, si sia presentato il killer che lo ha sparato a bruciapelo non appena la vittima ha aperto il portone di casa, per poi fuggire a piedi – forse atteso da un palo in moto – ed immortalato dalle telecamere con ai piedi delle scarpe da ginnastica bianche. E mentre del secondo indagato, un 19enne, non si sa nulla, è ormai certo che il contesto in cui è maturato l’omicidio è quello dello spaccio di droga. Ancora tutto da chiarire, invece, il movente.

 

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