Cosa ci facevano due uomini armati, a bordo di un’auto rubata, alle 7 del mattino nella zona industriale di Francavilla Fontana? È la domanda a cui gli investigatori stanno cercando di dare risposta, lavorando senza sosta per ricostruire i momenti precedenti all’omicidio del brigadiere capo Carlo Legrottaglie. Michele Mastropietro e Camillo Giannattasio erano lì, in quelle strade deserte, quando una pattuglia dei carabinieri li ha intercettati. È scattato un inseguimento nelle campagne, conclusosi con uno scontro a fuoco nel quale è stato ucciso il brigadiere Legrottaglie. Gli inquirenti mantengono uno stretto riserbo su una vicenda che ha scosso l’intero Paese. Di certo c’è che le indagini proseguono a ritmo serrato: interrogatori, analisi balistiche, tabulati telefonici, con gli investigatori che non escludono alcuna pista. Mastropietro, soggetto noto alle forze dell’ordine, e Camillo Giannattasio, incensurato, erano entrambi armati e a bordo di una Lancia Y rubata. Cinque ore dopo l’omicidio del brigadiere, Giannattasio viene arrestato nelle campagne di Grottaglie senza opporre resistenza. Mastropietro, invece, tenta la fuga e spara in corsa contro due poliziotti, per poi morire dopo essere stato colpito al torace. Dopo l’arresto, in casa di Giannattasio è stato trovato un vero e proprio arsenale di armi, fatto che solleva ulteriori inquietanti interrogativi: cosa avrebbero dovuto fare con tutto quel materiale? E’ questo l’interrogativo principale degli inquirenti. Le indagini continuano, un passo alla volta, per fare piena luce su quella mattinata di follia e capire cosa stessero davvero preparando quei due uomini armati, all’alba, in una zona industriale deserta.