Nozze, niente nozze tra Silvio e Marta Fascina. La colpa è del booster – di Aldo Recchia

E’ tutta colpa del booster se B. non ha più potuto sposare la calabrese trentaduenne Marta Fascina, parlamentare di Forza Italia. Le nozze erano state già fissate per il giorno della festa del papà, il 19 marzo 2022.

La notizia del lieto evento a suo tempo è stata resa nota dal solito Dagospia – informato da qualcuno molto vicino a B. – e ripresa poi anche dal “Fatto Quotidiano”. Ma – a stretto giro di posta – la stessa notizia è stata poi smentita dal diretto interessato, il quale fra l’altro ha tenuto a precisare che quella del 19 marzo è una data fissata solo per un incontro ristretto tra parenti e amici. Magari solo per presentare la nuova compagna. Tutto qui.

E’ vero? Non è vero? Difficile dare una risposta certa in proposito. Ma, come si sa – tra i bene informati c’è sempre quello che ne sa una più del diavolo. E così, tra le tante, è spuntata fuori anche la versione sul booster, che sembrerebbe la più rispondente alla verità, anche perché strettamente connessa pure con le assenze di B. agli appuntamenti con la giustizia. La stessa versione, infatti, chiarirebbe nel contempo anche i tanti dubbi sollevati in proposito, evidenziando le vere ragioni per cui B., per motivi di salute, faceva rinviare le udienze del processo Ruby-ter. I problemi fisici erano tutti veri.

A questo punto ci si chiederà: “ma che cosa c’entra il booster in tutta la vicenda così complessa e ingarbugliata?”.

La terza dose di vaccino – come è noto – è stata chiamata booster non a caso. In proposito si sono cimentati anche fior fiore di linguisti, che hanno chiarito subito la questione, sottolineando che: “E’ pur vero che la lingua italiana e gli italiani sono stati ormai colonizzati dalla lingua inglese, giusto per portare a compimento il desiderio di Wiston Churchill, ma nel caso specifico del vaccino la ragione è ben altra”.

Secondo gli studiosi di linguistica, infatti, la vera ragione del ricorso al termine inglese booster è dovuta semplicemente al fatto che booster è più “efficace” del termine italiano “richiamo”. Tutto qui. E, pertanto, quello che è successo a B. sarebbe una riprova inconfutabile della tesi, che giustificherebbe il ricorso al termine inglese.

Come è noto, B. è stato raggiunto dal Covid-19 ed è stato molto male. Se l’è cavata, pur con delle inevitabili conseguenze – anche dopo il long-covid – solo grazie al fatto che l’interessato ha la pelle dura e tanti santi amici medici al “San Raffaele” di Milano, dove a tutt’oggi continua a recarsi spesso per controlli vari.

Non essendo un no-vax e nonostante il Covid, l’interessato ha fatto comunque i vaccini di routine, compreso il booster, che si è dimostrato efficacissimo nel suo caso. Tanto efficace, però, da provocargli alcuni inconvenienti inattesi e, peraltro, nient’affatto prevedibili..

Tutti sanno che l’ex cavaliere a suo tempo, per far fronte degnamente ai suoi impegni affettivi con la precedente giovane compagna Francesca Pascale e – al momento opportuno – pure con qualche “nipotina” di Mubarak, ma anche per evitare brutte figure a causa di prevedibili disfunzioni erettili, era ricorso ad un “aiutino meccanico”.

Ebbene, quando l’interessato ha fatto poi la terza dose di vaccino, il booster appunto, questo si è dimostrato talmente efficace da mandare in malora, insieme con i rischi da Covid, anche l’aiutino. Ed è solo per questa ragione che l’interessato ha fatto continui ricorsi all’ospedale. Si, è vero, gli appuntamenti di questi ricoveri coincidevano con quelli delle udienze. Ma queste ultime si potevano anche rinviare a nuova data. L’appuntamento del matrimonio, invece, non poteva essere rinviato più di tanto. Perciò il poverino era costretto a fare delle scelte e, ovviamente, preferiva ricoverarsi in ospedale per i dovuti controlli, ma anche per rimediare in qualche modo ai danni provocati dal booster sull’aiutino meccanico. Le nozze con Marta Fascina non potevano essere assolutamente procrastinate, in considerazione anche della rispettiva età del poverino. D’altronde, la stessa Francesca Pascale aveva preso a cuore la notizia del lieto evento, a tal punto da dire che il giorno delle nozze annunciate avrebbe brindato e fumato un joint (spinello).

Purtroppo, però, malgrado le tante buone intenzioni, alla fine è andato tutto in fumo – oltre allo spinello della Pascale – grazie a quel benedetto (maledetto?) booster, che ha fatto desistere B. dalla promessa fatta alla sua nuova giovanissima compagna.

Al “San Raffaele”, infatti, gli è stato chiaramente detto che non si poteva fare niente per rimediare il guasto dell’aiutino” e, peraltro, era sconsigliabile ricorrere ad un nuovo intervento, vista la situazione generale dell’organismo, particolarmente stressato in questi ultimi tempi anche per gli inevitabili effetti indiretti – come si diceva – provocati dal long-covid. Da qui, l’annuncio-smentita delle nozze.

Ci sarà rimasta male la Fascina? Beh!… chiunque al suo posto avrebbe avuto una reazione, sia pure comprensibile e giustificabile. Ma lei non si è data pena più di tanto, a quanto pare, visto che ha continuato tranquillamente a stare accanto al compagno, andando persino allo stadio con lui. E, poi, cosa si vuole che siano le nozze mancate, quando si gode di un meritato stipendio da parlamentare? E’ vero che in Parlamento la Fascina non si vede molto. Ma le sue assenze sono pienamente giustificabili. Il compagno ha un continuo bisogno di lei ed è impossibile supplire in altro modo a certe necessità. Degli impegni parlamentari, invece, chiunque ne può fare a meno. Soprattutto da quando c’è super Mario – bisogna dargliene atto – abituato a risolvere tutto da solo. Vista anche l’incapacità di una  classe politica, ridotta ormai ad essere l’ombra di se stessa.

Stai tranquilla Marta! Il popolo italiano è intelligente, oltre che comprensivo. E, anche per questo, è disposto a pagare di tasca propria lo stipendio alla compagna (“badante” ?) di un vecchietto, che ha tanto bisogno di lei. Come è giusto che sia.

Sempre a proposito di B., però, è il caso di prendere atto, con tutta la consapevolezza del caso, che si è persa un’occasione storica per avere l’uomo giusto al posto giusto. Il riferimento, ovviamente, è alla sua mancata elezione a Presidente della Repubblica. Con tutto il rispetto per Mattarella, al quale si augura di poter emulare tranquillamente il record dei 70 anni di regno, raggiunto dalla regina Elisabetta di Inghilterra.

Silvio sarebbe stato – si diceva – l’uomo giusto al posto giusto. D’altronde si è sempre saputo che ogni popolo ha i governanti che si merita.

La prova provata della fondatezza dell’affermazione è di questi giorni. Un po’ tutti gli organi di informazione, infatti, non hanno tralasciato di riportare all’attenzione dell’opinione pubblica la notizia del Circolo Ufficiali di Roma, in via XX Settembre, trasformato in night club con tanto di spettacolo di “burlesque”, con la presenza inevitabile di alcune belle fanciulle, in costume particolarmente succinto, riprese con alle spalle lo stemma dello stesso circolo.

Vabbeh!… Voi direte: cosa volete che sia una roba del genere. Una serata di “sano” divertimento era più che giustificata, vista la possibilità che l’esercito italiano potesse essere direttamente coinvolto in una eventuale guerra a sostegno del popolo ucraino, sottoposto ad un vero e proprio genocidio da quel cattivone di Putin, fermamente deciso a sbarazzarsi del presidente Zelensky, per sostituirlo poi con un altro più facilmente malleabile.

Nooo! In questo caso non c’entra affatto il nostro Silvio, pur essendo un grande amico di Putin. E’ pur vero che a suo tempo – a quanto dicono i malpensanti –  B. ha spesso suggerito a Putin di “farsi l’ucraina”. E Putin l’avrebbe preso in parola, interpretando però male il suggerimento. Silvio si riferiva ovviamente ad altro e non certo allo Stato autonomo dell’Ucraina.

Ma ritorniamo al circolo ufficiali di Roma. La circostanza riportata dagli organi di informazione voleva essere solo una serata di sano divertimento, vista l’aria che tira. Una serata, del resto, nel pieno rispetto del clima che si registra a livello nazionale. Niente di più e niente di meno. C’è chi mette a carico del contribuente il costo delle rispettive compagne (badanti?) e c’è chi si diverte a spese sempre del contribuente. E sì, perché bisogna sapere che le spese del circolo in questione sono a carico della Difesa e quindi a carico di tutti. Gli ufficiali che ne fanno parte, infatti, sono chiamati a pagare solo una quota mensile minima di euro 1.05 cent., con trattenuta in busta paga. Per loro un vero salasso, insomma. Non c’è che dire!

Com’è facile dedurre, pertanto, anche e soprattutto per questo, sono in molti ora a mordersi le mani per la mancata elezione di B. alla Presidenza della Repubblica.

I circoli ufficiali di tutta Italia avrebbero fatto a meno di organizzare serate costose a carico del contribuente. Ci avrebbe pensato direttamente il nostro Silvio con le olgettine al posto dei corazzieri e con la possibilità di poter chiamare all’opera anche le nipotine dell’amico Putin, oltre a quelle di Mubarak. Vista l’esperienza acquisita negli anni con il bunga bunga ad Arcore, ve l’immaginate che spettacoli ne sarebbero potuti venire fuori al Quirinale? E, peraltro, a costo zero. Le olgettine avrebbero fatto a gara per parteciparvi, a titolo gratuito, nella speranza di un futuro con possibile posto al sole, in compagnia magari di un facoltoso oligarca russo.

Per la cronaca, comunque, l’appuntamento del 19 marzo è rimasto fissato a Villa Gernetto, a Gerno, frazione di Lesmo in Lombardia. Non ci saranno nozze, anche perché, pare che i figli di Silvio non vogliano per motivi legati all’eredità. Ma, se non ci saranno le nozze, ci sarà un party all’americana  “blindato” – come sostiene l’Adnkronos – un “non nozze” con tanto però di diamante a forma di cuore, già pronto per la Fascina. Alla cerimonia, però, non saranno presenti i figli Pier Silvio ed Eleonora.

E, benché invitato in quanto amico carissimo, non sarà presente nemmeno lo scrivente. Si è preferito declinare l’invito per una ragione molto semplice. Sarebbe stata troppo forte la tentazione – trovandosi di fronte al personaggio che non finisce mai di stupire, nonostante l’età – di dirgli: <Silvio, ma che c…zo combini…>. Anche se poi, alla fin fine, sono affari strettamente personali e l’interessato è libero di agire come meglio crede, pur correndo il rischio di far ridere il mondo intero, creando non pochi disagi alle persone più care, come i figli appunto. Ma aveva ragione Pirandello quando affermava: <Così è se vi pare>.

 

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