No Tap: sit-in il 9 novembre

BRINDISI – Il movimento NO TAP della Provincia di Brindisi, costituitosi recentemente in collegamento con il Movimento NO TAP Salentino, condanna fortemente la delibera adottata dal commissario prefettizio Santi Giuffrè in merito al passaggio del gasdotto SNAM, funzionale al TAP (Trans Adriatic Pipeline), sul territorio brindisino ed organizza per Giovedì 9 Novembre a partire dalle ore 16,00 un sit in in Piazza Matteotti , di fronte al Comune.

Siamo profondamente allarmati perchè non si tratta solo di passaggio del gasdotto ma, come tutti sanno, il punto d’arrivo del tubo è al terminale SNAM in contrada Matagiola, appena fuori dal popoloso quartiere Sant’Elia.

Nè il Piano di Impatto Ambientale, nominato dal commissario, né la documentazione integrativa inviata da SNAM, sulla base della quale lo stesso commissario ha deliberato, definiscono i particolari dell’ampliamento della sede di Matagiola, ma parlano genericamente di “ampliamento” senza tener conto che l’interconnessione aumenta notevolmente il rischio di un incidente rilevante.

In ogni caso ci sembra un «abuso di potere» da parte di un commissario prefettizio, temporaneamente in carica, e proveniente da altra regione, prendere decisioni sulla pelle e sulla salute dei cittadini brindisini, senza che abbiano avuto la possibilità di opposizione o contraddittorio sia a livello di discussione pubblica , sia a livello politico, vista l’assenza di un consiglio comunale democraticamente eletto. Tra l’altro non si comprende l’urgenza di tale deliberazione (anche se è facilmente intuibile), proprio quando diversi comuni, lungo i 55 Km di tracciato che separano il PRT (Stazione di Depressurizzazione) di Melendugno al terminale SNAM di Contrada Matagiola, hanno già deliberato parere negativo al passaggio del gasdotto.

Inoltre, visto lo scandalo internazionale scoperto da Europol sui finanziamenti a 16000 correntisti, detto Azerbajian Laundromat,tra cui l’on. Volontè, fatti dal presidente “dittatore” Ilham Aliyev dell’Azerbaijan, il recente omicidio della giornalista maltese, le violazioni dei diritti umani in tale paese denunciati da Amnesty International, che legano TAP ad azioni criminali, ci aspetteremmo da un commissario, già esponente dell’antimafia e della lotta alla criminalità internazionale, almeno un atteggiamento più precauzionale riguardo al «business» TAP.

Ricordiamo inoltre che TAP è parte di un’opera faraonica lunga 4000 KM dal costo di 45 miliardi di euro che parte dall’Azerbaijan e attraversa Georgia, Turchia, Grecia, Albania, Italia fino all’hub del gas in Austria, e non porterà nessun beneficio economico al nostro territorio nè al nostro Paese anche per effetto di accordi internazionali che prevedono che non un solo metro cubo di gas resterà in Italia.

Neanche può reggersi in piedi la falsa propaganda che vorrebbe l’utilizzo del gas di TAP per decarbonizzare Cerano perché comporterebbe una trasformazione radicale dell’impianto ENEL con costi e tempi enormi.

Comporterebbe solo un aumento del rischio industriale in un territorio che ha già sacrificato troppo, in termini di salute, agli interessi strategici ed energetici: migliaia di morti nel Salento per inquinamento testimoniati dall’indagine epidemiologica dello studio Forastiere.

No TAP, nè quì nè altrove.

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