BRINDISI – Mò basta, parliamone. Il neo comitato “Brindisi ha i polmoni pieni” ha scelto la tipica locuzione “made in Puglia” per gridare a tutti che è tempo di dire basta al silenzio sulla preoccupante situazione ambientale in cui versano la città adriatica ed i suoi paesi limitrofi.

Composto da cittadini di Brindisi e provincia scenderà in piazza per la prima volta venerdì 22 dicembre alle 17,30 per un dibattito pubblico sulla questione. L’iniziativa, chiariscono dal Comitato, «non cerca colpevoli nè chiusure di fabbriche e aziende perché il lavoro è un diritto e noi tutti abbiamo il dovere di difenderlo soprattutto in realtà già troppo violentate come questa. Ma, anche in virtù dei recenti studi effettuati sul territorio, riteniamo sia giunto il tempo di un confronto».

La fotografia della situazione scattata lo scorso luglio dallo “Studio di coorte sugli effetti delle esposizioni ambientali sulla mortalità e morbosità della popolazione residente a Brindisi e nei comuni limitrofi” promosso dalla Regione Puglia e condotto dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, dall’Arpa Puglia, dalla ASL Brindisi e dall’AReS Puglia, parla chiaro.

Le emissioni industriali “risultano associate ad un aumento della morbosità e della mortalità nell’area in studio”. In particolare, è stata riscontrata una relazione tra i livelli di “esposizione del passato alle polveri sottili e all’anidride solforosa di origine industriale”, prodotte dalle centrali termoelettriche Enel e dal petrolchimico di Brindisi, e la “mortalità per tumori, malattie cardiovascolari e respiratorie” ed “incidenza di alcune forme tumorali” come il cancro al polmone.Il report mette in evidenza che negli anni passati, quando i livelli di inquinamento delle centrali elettriche e del petrolchimico hanno raggiunto i picchi (1997), vi è stata “una associazione con la mortalità per tutti i tumori (+16%), tumori della vescica (+63%), leucemie (+115%) ed eventi coronarici acuti (+62%)”. Ed un aumento anche dei ricoveri per svariate malattie come “malformazioni congenite nel primo anno di vita”. La situazione risulta tuttavia migliorata, “il quadro emissivo degli impianti si è modificato profondamente nel periodo 1991-2014”, spiegano gli studiosi, anche con la chiusura dell’Edipower nel 2012. Ciononostante, scrive ancora il gruppo di lavoro,“è presumibile che le persone che vivono nelle stesse aree che hanno avuto una esposizione più alta nel passato continuino a manifestare effetti sanitari in rapporto alle esposizioni pregresse”. E allora, cosa si può fare, come si può intervenire? E’ possibile continuare ad indagare e soprattutto cominciare a vigilare magari attraverso maggiori e serrati controlli sugli impianti? E la prevenzione? Che ruolo riveste e, soprattutto, quanto è accessibile a tutti?

Se ne parlerà venerdì a partire dalle 17,30 a piazza della Vittoria nel corso di un dibattito al quale presenzierà anche il dott. Maurizio Portaluri, primario della radiologia dell’ospedale A. Perrino, da anni impegnato nella lotta volta ad indagare il possibile nesso tra  inquinamento e malattie, che così si è espresso «partecipare fa bene alla salute, è il punto di partenza giusto per un dialogo costruttivo che coinvolga tutti».

E poi alcuni dei numerosi personaggi che, con un videomessaggio hanno scelto da subito di credere nell’iniziativa:  Boom Da Bash, Party Zoo Salento, Antonio Benarrivo, Flavia Pennetta, Lele Spedicato dei Negramaro, Pino Pepsee della Chop Chop Band e Mad Dopa.

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