Miracoli dello sport: per 5 minuti, 3.500 brindisini lottano uniti per un obiettivo comune. Bisogna ripartire da lì

BRINDISI – Si dice sempre che quando si raggiunge un risultato soffrendo, la gioia è doppia; ma gli anni di vita diventano la metà.

A 5 minuti dal termine della partita, infatti, il terrore stava iniziando a prendere il sopravvento all’interno del PalaPentuassuglia, con Reggio Emilia rifattasi sotto dal -20 fino al -1 (66-65) e con Capo d’Orlando e Pesaro che contestualmente mettevano il muso avanti a Cantù e Venezia. E’ stato in quel momento che il pubblico brindisino ha realizzato che doveva fare qualcosa di più, qualcosa di speciale: così, di colpo i decibel sono schizzati a livelli uditi solo nelle grandi occasioni, con il pubblico che oltre a fischiare ha iniziato a battere vigorosamente i piedi sui gradoni. La struttura ha tremato in quei frangenti, ed anche la mano di Amedeo Della Valle, che a seguito di un tecnico fischiato a Suggs ha dapprima sbagliato il tiro libero a disposizione e poi la tripla nel successivo possesso.

La conclusione scelta dallo sceneggiatore del film (che meriterebbe l’Oscar) è stata poi quella più corretta: a chiudere la contesa sul punteggio di 75 a 72, infatti, sono stati due rimbalzi offensivi catturati dai due giocatori più rappresentativi, ovvero Lydeka e Smith, nelle cui mani sono terminati la palla, la partita e le angosce di una stagione tribolata ma dalla quale si può prendere tanto di buono per ripartire. Magari proprio da Frank Vitucci, che – adesso possiamo dirlo – ha compiuto un mezzo miracolo, raddrizzando una barca che prendeva acqua da tutte le parti.

E poi bisognerà ripartire dalla passione infinita di Nando e Tullio Marino, di Pino Marinò, del pubblico ammirato negli ultimi 5 minuti, quello che ha lottato su ogni pallone assieme ai ragazzi. Ed auspicabilmente anche da Happy Casa e da un’Amministrazione comunale che si spera possa essere guidata da uomini realmente interessati a tutelare un patrimonio che è della città intera, e che per troppo tempo è stato visto come moneta di scambio o di ricatto.

Andrea Pezzuto

 

 

 

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