Periodicamente ritorna nella nostra città il tema scivoloso del generale Giovanni Messe, questa volta l’occasione è costituita dalla convocazione del Consiglio Comunale del 22 ottobre prossimo che reca tra gli altri punti all’odg quello relativo alla “Giornata commemorativa in onore del maresciallo d’Italia Giovanni Messe e individuazione sito per la collocazione del busto”.
Da molti anni l’argomento della celebrazione del generale mesagnese è un tema divisivo che si porta dietro un dualismo esaltazione/condanna che nei suoi aspetti pregiudiziali è spesso stato di ostacolo a un corretto inquadramento della tematica.
Giova ricordare che già dagli anni ’70, all’indomani della scomparsa di Messe, il Consiglio comunale dell’epoca si divise non solo tra maggioranza e opposizione, ma anche all’interno dello stesso partito di maggioranza che allora era la DC.
Abbiamo apprezzato l’iniziativa che l’Amministrazione comunale assunse sul finire degli anni ’90 per venire fuori dalla logica della contrapposizione ideologica, e cioè di affidare a un Comitato scientifico composto da qualificati docenti universitari e storici, coordinati da un Comitato promotore locale, il compito di un approfondimento storico-scientifico sulla figura del generale Giovanni Messe entro il contesto storico italiano ed europeo del Novecento. Alcuni componenti della nostra Associazione, allora impegnati in incarichi istituzionali favorirono e accompagnarono questi percorsi di ricerca e studi che furono condotti con rigore storico e senza pregiudizi.
I risultati di questi lavori furono presentati in un Convegno di studi molto partecipato che si svolse il 27 e 28 ottobre del 2000 e i cui atti furono pubblicati nel 2003 per volontà dell’Amministrazione Sconosciuto.
Questo convegno rappresentò una prima proficua tappa perché contribuì a mettere sufficientemente a fuoco il personaggio Messe nello svolgersi della sua carriera militare. Gli stessi studiosi riconobbero pure che altre ricerche di archivio e approfondimenti erano necessari e dovuti per delineare pienamente la figura del Messe, in particolare dalla delicatissima fase della caduta del fascismo agli anni del dopoguerra dove rivestì ruoli politici e non solo, sino alla sua scomparsa. Le pubblicazioni infatti su questo secondo tempo del Messe si limitano ai resoconti parlamentari, a qualche attività ufficiale e a poco altro.
Questa seconda fase degli studi che richiederebbe un lavoro organico di ricerca documentale e approfondimento presso archivi ministeriali, militari, dei servizi segreti, dei partiti, per motivi vari, non si è mai realizzata e quindi la figura di Giovanni Messe è rimasta ben lontana dall’essere compiutamente definita.
Certo è che la figura del Messe politico nei suoi anni è stata oggetto di forti polemiche e contrapposizioni che sono apparse andare oltre la normale dialettica tra forze politiche diverse e sembrano fare riferimento ad un’ambiguità di fondo del personaggio.
Può capitare allora che venga fuori un libro pubblicato appena qualche mese fa dopo serie ricerche e studi negli archivi britannici, americani, italiani basandosi su documenti ufficiali rinvenuti negli archivi dei servizi segreti. Il libro intitolato “Le menti del doppio Stato” che la nostra Associazione avrebbe già presentato a Mesagne senza gli impedimenti dovuti al Covid 19, è stato scritto da due autori molto seri, Mario Cereghino, saggista ed esperto di archivistica e da Giovanni Fasanella, giornalista d’inchiesta e ricercatore.
Il volume che è stato anche ben recensito sulla Gazzetta del Mezzogiorno un mese fa, indaga portando prove documentali il fuoriscena della politica italiana, le attività nell’ombra delle varie agenzie di spionaggio operanti in Italia dal 1945 in poi, mettendo in luce aspetti salienti della storia d’Italia nel lungo dopoguerra che aiutano e integrano la storiografia professionale. Ebbene, in queste pagine la figura di Messe è richiamata ripetutamente per essere associata con dettaglio di particolari a trame eversive e golpiste che puntavano a rovesciare la democrazia costituzionale italiana.
Pur ritenendo la pubblicazione un contributo parziale e non esaustivo, ma comunque da non sottovalutare, e richiamando in ogni caso la necessità di ulteriori studi come sopra sottolineato, appare del tutto inopportuno allo stato attuale procedere a forzature celebrative senza alcuna fondamento e con l’unico risultato di accentuare ancora di più un clima divisivo di cui non si sente la necessità.
L’Associazione Di Vittorio, che si adopera con innumerevoli attività per la diffusione dei principi democratici ed antifascisti sanciti nella Costituzione e che è impegnata a contrastare ogni atto che si compia o che si sia compiuto contro questi principi , chiede al Sindaco, al Presidente del Consiglio ed a tutti i Consiglieri Comunali che il punto in questione all’ordine del giorno del Consiglio Comunale venga ritirato.
Il rigore della storia è una modalità troppo seria per essere messa da parte con fughe in avanti su personaggi e fasi storiche complesse.
Associazione Di Vittorio Mesagne