BRINDISI – Sappiamo perfettamente che non è bello fare confronti. Anche a noi ‘scoccia’ davvero tanto. Ma ci sono alcuni episodi che davvero ti inducono a riflettere. E non poco.

L’occasione ci è stata fornita due giorni fa, quando – a Lecce – il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inaugurato, dopo 30 anni dalla sua chiusura e dieci di lavori di restauro, il Teatro Apollo. Una serata magnifica che si è aperta con le note dell’Inno di Mameli e quelle dell’Inno alla Gioia. Il capo dello Stato è arrivato nel teatro, che si trova nel centro storico di Lecce, dopo una breve passeggiata a piedi per i vicoli della città. Direttore artistico della serata inaugurale è stata Katia Ricciarelli con la regia di Pierluigi Pizzi. Sul palco l’orchestra sinfonica di Lecce diretta da Gianluigi Gelmetti, il coro lirico di Lecce. Ospite d’onore l’attore Giancarlo Giannini.

apollo

Non sappiamo se i nostri rappresentanti istituzionali siano stati invitati o meno. Ma – qualora fossero presenti – non possiamo che condividere il loro probabile scoramento nel constatare che, a pochi chilometri di distanza, le cose vanno in maniera decisamente diversa.

E noi non possiamo non fare un raffronto inevitabile, nel pensare che, mentre nella bellissima città salentina cui, tuttavia, Brindisi potrebbe non avere nulla da invidiare – eccetto una politica ed una gestione della cosa pubblica accorta, premurosa ed ispirata all’eccellenza – da noi rischiano di chiudere Palazzi storici che, in passato, sono stati teatro di grandi mostre e di grandi eventi. Il riferimento è al bellissimo Palazzo Nervegna di via Duomo, eretto nel Cinquecento dalla nobile famiglia brindisina Granafei, originaria di Costantinopoli, che ebbe il dominio di diversi feudi in Terra d’Otranto. A metà Ottocento, poi, i Granafei decisero di trasferirsi a Mesagne e, nel 1862, vendettero il Palazzo ai Nervegna, una famiglia di negozianti originari di Ortona. Nel 1930, l’edificio venne acquistato dal Comune di Brindisi. Dopo l’abbandono e il conseguente degrado, il complesso fu restaurato ed aperto al pubblico – per mano del compianto sindaco Domenico Mennitti – per la parte dellex Corte d’Assise, nella notte del 1 gennaio 2008.

palazzo-nervegna
Fu allora che l’edificio venne destinato ad importante contenitore culturale: la sala principale a piano terra che fu dell’udienza, fu trasformata nella suggestiva “Sala della Colonna” ed ospita il capitello originale della colonna romana, oltre al pulvino ed all’ultimo rocchio.  La restante parte del Palazzo, invece, fu aperta il 29 marzo 2008 con l’inaugurazione della mostra antologica di Marcello Avenali.

capitello colonna
In alcuni locali del piano terra e nella parte esterna (giardino posteriore) ci sono, inoltre, gli scavi archeologici. Un Palazzo che tutti ci invidiano, questo è fuori di dubbio, e che Mennitti prima e Consales poi decisero anche di destinare a ‘casa del sindaco’. Questo sino all’avvento della attuale Amministrazione, quando il sindaco Angela Carluccio ha deciso di spostare le stanze, sue me del suo staff, a Palazzo di Città, lasciando in sede uno sparuto gruppo di dipendenti. Fin qui nulla di male: ognuno è libero di decidere dove svolgere la propria attività istituzionale. Peccato, però, che dal momento in cui è stata assunta tale decisione, Palazzo Nervegna è andato in malora. Umidità, infiltrazioni, crepe nei muri, riscaldamento inattivo, hanno fatto sì che i dipendenti venissero trasferiti anche loro in Piazza Matteotti (su loro richiesta, considerato che in quelle condizioni non si poteva lavorare, ndr). Ed il Palazzo, oggi, è praticamente inagibile. Uffici chiusi, primo piano inutilizzabile, il punto di ristoro in semi-fallimento: in poche parole, la struttura è in decadenza.

E dire che negli anni scorsi ha ospitato mostre di artisti di grande rilievo (oltre al già citato Avenali, anche De Chirico, Amadio, Mazzolini, Andy Wharol, Sironi, Guttuso e tanti altri), eventi e personaggi del calibro di Dario Fo, Carla Fracci, Vittorio Sgarbi.  Un vero peccato!

Non sappiamo – ma di certo, ad oggi, non abbiamo traccia – quali siano le intenzioni della Amministrazione per far sì che Palazzo Nervegna non cada a pezzi, ma una cosa è certa: qualcosa deve essere fatta ed anche subito. Lo dice anche uno dei quattro aforismi in latino scritto sulla cornice marcapiano del prospetto: La donna sapiente edifica la sua casa; la stolta distrugge con le proprie mani la costruita”.

Pamela Spinelli
Direttore responsabile

LASCIA UN COMMENTO