Mentre a Brindisi i commercianti festeggiano la vittoria di Pirro ed i Corsi vuoti, a Lecce e Taranto la gente invade le aree pedonali

BRINDISI – Diciamola tutta: il ritorno delle auto in sosta su Corso Garibaldi rappresenta una sconfitta per la comunità, incapace di evolversi culturalmente come invece si sforzano di fare le realtà limitrofe. Ha ragione chi afferma che il nuovo Piano della Sosta è contraddittorio: che senso ha, infatti, disincentivare l’arrivo in Centro delle auto attraverso una tariffazione graduata se poi contestualmente si “invitano” gli automobilisti a cercare uno dei 70 stalli (di cui 42 gratuiti) – sparsi tra il Corso e le strade attigue – per effettuare gli acquisti? E state certi che il brindisino medio è disposto anche a fare il giro del Centro quattro, otto, dodici volte pur di accaparrarsi uno degli agognati posti “aggratis”. Ecco perché sarebbe stato fondamentale mantenere la barra dritta e perseguire fino in fondo l’idea sottesa alla nascita del Piano, che era quella di incentivare la sosta fuori dalle mura attraverso la sosta gratuita in Piazzale Spalato, in via Tor Pisana ed in parte di via Del Mare. Invece alla fine, sul più bello, si è ceduto alle legittime richieste dei commercianti dei Corsi: legittime nel senso che ognuno deve tirare acqua al proprio mulino; tutto sta nel capire se in questo modo il mulino gira.

Certo, quello che sta avvenendo a Lecce ed a Taranto dovrebbe farci riflettere: nel primo caso sono stati individuati 8 parcheggi gratuiti di interscambio, collegati al Centro attraverso 4 bus navetta (di cui 2 elettrici), e sono state distribuite 50.000 brochure contenenti tutte le istruzioni per godersi la città a piedi; nel secondo caso, la società di trasporti pubblici ed i commercianti hanno stretto un accordo che prevede la messa a disposizione di bus gratuiti ed uno sconto del 10% sugli acquisti nei negozi destinato a chi usufruirà del mezzo pubblico. Il risultato? Il Centro di Lecce e Taranto è invaso di gente desiderosa, prima di ogni altra cosa, di riappropriarsi della bellezza delle proprie città. Ed è ciò che ancora si fa fatica a comprendere a Brindisi, o meglio, è ciò che si fa fatica ad imporre a Brindisi, dove l’assoluta mancanza di continuità amministrativa priva la città di una visione anche in materia di mobilità, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti: Centro imbruttito – se non deturpato – dalla presenza delle auto e strade sempre più deserte.

E’ la bellezza che salverà il mondo, ed anche il Centro di Brindisi ed il suo commercio: prima lo capiamo, meglio è per tutti.

Andrea Pezzuto
Redazione

7 COMMENTI

  1. Serve gente preparata e lungimirante, che sappia cosa fare, onestamente; invece decidono 4 commercianti che vivono di ricordi(e non solo) degli anni 70 – 90. Ogni paese ha il governo che si merita, non c’è niente da fare.

  2. Brindisi Citta deserta: Quando corso Garibaldi era cicolabile con auto, era molto piu`attraente. Per il semplice motivovi era piu`movimento, icommercianto lavoravano di piu`. Adesso avete creato le Bancarelle avendo rovinato tutto il porto, Non si sa`se è zona Marittima oppure mercato delle pulci. Chi ha organizzato tutto questo e da vergognarsi.

  3. Oramai siamo al ridicolo, resta difficile continuare a commentare questa
    tiritera da parte di un’amministrazione allo sbando,senza idee .Piegarsi alle pretese
    ,di un pugno di commercianti che credono di risolvere i propri problemi con una trentina di stalli al corso.

  4. Sono tutte scuse e chiacchiere…come si dice a Brindisi.
    Ci si nasconde dietro un posto quando in realtà il centro non è appetibile per l’offerta di commercio che offre.
    Una città piccola come la nostra non può ospitare 3 centri commerciali.
    A Brindisi manca la provincia quel flusso che invece hanno Lecce e Taranto.
    Quando la città ha saputo offrire qualcosa ( vedi negramaro Wine festival ) abbiamo assistito tra stupore e meraviglia tutto il potenziale di questa nostra meravigliosa città.
    Ci preoccupiamo dei posti auto quando dovremmo preoccuparci di come avvicinare la gente in centro di come far vivere il centro.
    Due luminarie non bastano…no spettacoli no animazione no attrazioni.
    Questa è la verità questa è mediocrità.

  5. nelle tante città che ho visitato sotto natale ho sempre visto il centro storico chiuso al traffico, con le principali vie di percorrenza autorizzate alle auto. qui si continua nella polemica sterile dei corsi chiusi come fosse la panacea delle soluzioni, la verità è che un piano del traffico non è mai iniziato per via che nelle strade storiche evidentemente abita chi vuole continuare a passeggiare in auto, rallentando un processo di ZTL mai iniziato ed influenzando le misere amministrazioni succedutesi, il risultato è sotto gli occhi di tutti, gente disamorata e mai educata al senso civico e di appartenenza

  6. Il commercio a Brindisi è sempre stato di basso profilo, senza mai offrire propste originali. Infatti il brindisino storicamente si guarda altrove quando si tratta di acquistare qualsiasi cosa. Il problema non sono i centri commerciali ma la mancanza di una cultura commerciale che è sempre stata carente. Gli altri capoluoghi di provincia hanno, già prima di noi, diversi centri commerciali senza soffrirne della concorrenza, anzi fungono da catalizzatori per la zona. Brindidi dovrebbe perseguire la creazione di eventi, non estemporanei, di lungo respiro, che creino quell’abitudine a farci visita . Serve una seria programmazione e non guardare la pagliuzza (posti auto, centri commerciali ecc.) a discapito della trave (mancanza di idee, incompetenza, ecc.).

  7. Indipendentemente dal commercio,corso Garibaldi NON deve chiudere. Basta già il flop di Corso Umberto. Il centro da chiudere è ben altro,non la valvola di sfogo del traffico del centro. Smettiamola con la retorica. Pedonalizzare significa desertificare. È provato e a Brindisi ancor di più.

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