Magno (PRI): “Invece di risanare il bilancio si pensa a nuove discariche a beneficio di ignoti”

Il termine entro cui, a norma dell’articolo 193 del Testo Unico degli Enti Locali, il Comune avrebbe dovuto approvare la permanenza degli equilibri di bilancio è abbondantemente scaduto. Entro il 31 luglio, infatti, bisognava verificare che le entrate e le uscite dell’Ente, previste in sede di approvazione del bilancio di previsione, si potessero realmente realizzare. I Repubblicani, con comunicati stampa ed interventi in Consiglio Comunale, hanno più volte contestato la fondatezza di alcune entrate ipotizzate nel bilancio di previsione quali quelle relative alla dismissione degli immobili comunali, agli oneri che avrebbero dovuto pagare le aziende titolari di impianti fotovoltaici per sanare le eventuali difformità rispetto alle autorizzazioni ricevute e, soprattutto, agli introiti che dovevano verificarsi nell’ultimo trimestre dell’anno in corso grazie alla gestione della discarica comunale di Contrada Autigno. A tale ultimo riguardo la infondatezza delle entrate previste risulta confermata da quanto contenuto nella deliberazione della Giunta Municipale n.  292 del 26/07/2019 in cui,  con il solito linguaggio fantasioso che contraddistingue l’agire della Giunta Rossi, viene delineato  un  “percorso di riabilitazione ecologica e funzionale della discarica di Autigno”.

In tale atto la Giunta Rossi conferma l’intendimento di affidare “a terzi qualificati”  la gestione della discarica e non alla Multiservizi, come da noi più volte suggerito, ritenendo che quella fosse l’unica strada percorribile per risanare davvero il bilancio comunale e consentire il riassorbimento delle 12 unità che un tempo erano impiegate in quella attività con l’azienda Nubile. Una delle tante vertenze dimenticate di questo territorio e di cui sembrerebbe che solo noi repubblicani ci ricordiamo. Alla società in house del Comune, quindi, ad oggi resta esclusivamente l’affidamento temporaneo per l’estrazione del biogas, fatto salvo che sarebbe necessario riattivare, attraverso un motore di cogenerazione, (quello esistente è sparito da anni ed è circostanza nota a tutti!) la produzione di energia elettrica. Non è accettabile, invece, che il biogas estratto venga immesso e bruciato solo ed esclusivamente in una “torcia”! A tale riguardo la Giunta Rossi dovrebbe chiarire quale è il beneficio ambientale che si trae dalla combustione in torcia del biogas di discarica e quale è il beneficio economico che ricade sulla comunità cittadina. Ma se si vuole davvero risanare il bilancio comunale con le entrate derivanti dalla gestione della discarica bisognerebbe attivarsi subito per far si che  la Multiservizi si attrezzi intanto per gestione completa ed a norma del biogas. E poi affinché sia tale società a gestire in toto la discarica,  iscrivendosi  all’Albo Gestori (fra l’altro con procedura semplificata) e provvedendo alla richiesta di AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), senza la quale non è possibile riattivare l’impianto. A tal proposito e’ necessario che tale autorizzazione riguardi lo stato di “contaminazione” di tutte le matrici ambientali ed in particolare la “falda profonda”, sulla quale non è stato ancora realizzato il progetto di “Messa in sicurezza permanente”, attraverso l’uso di pozzi emungenti, di un impianto di trattamento acque e di reimmissione nella zona “insatura” dei sottostanti calcari.

Ancora oggi non è in funzione (mancano le pompe di estrazione) l’impianto di captazione delle acque di pioggia che, come ancora avviene, si riversano nel lotto II della discarica, costituendo un “lagunaggio”. Tale presenza di acqua frammista a percolato (e quindi contaminata) è totalmente difforme dalla norma (D.Lgs 36/2003) che testualmente impone di “minimizzare il battente idraulico di percolato sul fondo della discarica al minimo compatibile con i sistemi di sollevamento e di estrazione”.

Infine, un passaggio è doveroso su quelli che sono gli “indirizzi” di questa amministrazione circa l’utilizzo dei volumi residuali della discarica e la possibilità ipotizzata di far  “ ricorso a lotti esterni il più possibile adiacenti o limitrofi”.

Si vuole, insomma,  abbandonare totalmente il lotto n. 1 e metterlo in “sicurezza permanente” piuttosto che reperire  i fondi per rimuovere i circa 110.000 metri cubi di rifiuti allocati nel lotto 1 e posarli sul lotto 2.

Questa sarebbe l’ennesima follia considerando che i volumi ancora disponibili nella discarica sono circa 800.000 metri cubi che, in termini di massima, corrispondono a circa 480.000 tonnellate di rifiuti da poter smaltire con un possibile introito, per l’Amministrazione, di 40 milioni di Euro!

Quale “manina” ha invece suggerito di ipotizzare la realizzazione di nuove discariche nelle vecchie “cave” di calcare adiacenti a quelle di Autigno? Quali interessi si vogliono favorire?

E’ bene che su questi argomenti si faccia chiarezza una volta per tutte e si informi adeguatamente il Consiglio Comunale.

Il Responsabile Provinciale Ambiente

Professor Francesco MAGNO

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