Magno: “Audizione per Torre Guaceto: corretta procedura pubblica, da divulgare nei contenuti”

franco magno

BRINDISI – Ieri mattina, presso la sala Mario Marino Guadalupi, ho partecipato all’audizione indetta dal Comune di Brindisi per la nomina di n.2 rappresentanti, tra cui il Vice Presidente ed un Componente, in seno al Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto.

Rilevo che, pur avendo sempre presentato domanda di partecipazione al bando, questa volta ho avuto il piacere di essere selezionato da un’apposita Commissione e di essere invitato ad una “audizione pubblica” che, in quanto “pubblica”, ritengo debba essere resa totalmente tale e trasferita, per quanto ho riportato nel cordiale invito, ai lettori.

Tutto ciò, in premessa, fatto salvo che alcuni Media (Brindisi Oggi per il 7 Magazine) hanno riportato informazioni errate sulla mia “candidatura” al Consiglio comunale e nelle file del PRI, mio partito d’origine ed attuale e nel quale mi onoro di essere iscritto, di essere consigliere nazionale e responsabile provinciale “ambiente”; nella realtà la mia unica esperienza politico-amministrativa è stata nelle elezioni provinciali del 1990/1995 nella quale, eletto nelle file del PRI, ho assolto per circa 2,5 anni (mi sono spontaneamente dimesso nel 1994 per coerenza con la politica nazionale) anche all’impegno civico di assessore all’agricoltura e fra l’altro con delega ai “ai parchi ed alle aree protette”.

Del resto nel bando si richiedevano le motivazioni e le competenze tecniche e/o amministrative in possesso e per le quali, riportate nella lettera che allego, facevo esplicito riferimento ad alcune delle attività svolte come assessore provinciale e, successivamente, dal 1998/2000, come dirigente del Settore Ecologia, Ambiente e Parchi, del Comune di Brindisi; in questo ultimo periodo, nella funzione richiamata, l’amministrazione ha dato corso all’attivazione del “Parco delle Saline di Punta della Contessa”, all’incarico per il “Parco del Cillarejs”, ai vincoli sui boschi di “Tuturano, S.Teresa, dei Lucci”, oltre a tutte le attività svolte per la costituzione del Comitato di Gestione di Torre Guaceto.

Tornando all’audizione di ieri, a specifica domanda del Sindaco, ho risposto riportando che ove avessi dovuto scrivere una sinossi del rapporto esistente fra me e Torre Guaceto/Apani, avrei avuto bisogno di molte cartelle!

E’ del tutto evidente che in 10/15 minuti, nella gran mole di idee che ti frullano, non puoi esprimere quanto vorresti, limitandoti agli aspetti essenziali e riconoscendo che il “Comitato di Gestione” del Consorzio Torre Guaceto è realmente il “volano”, il “produttore di idee” e che, per il tempo disponibile, ho concentrato in tre aspetti essenziali, gli interventi da realizzare, quali: 1) il monitoraggio degli ecosistemi, 2) la “conservazione” del biotopo e delle peculiarità idro-geo-morfologiche e 3) la rinaturalizzazione della riserva; di seguito la breve esposizione di quanto riportato.

  • Monitoraggio: ho ritenuto opportuno evidenziare che a causa del costante incremento del livello del mare, ormai vicino a circa 8 mm/anno, l’intrusione marina nell’area umida tende ad incrementarsi modificando il chimismo delle acque e mettendo a rischio il già precario equili-brio esistente nel biotopo marino.

Il monitoraggio, anche in una proiezione futura, è elemento essenziale per garantire la verifica delle condizioni di persistenza delle “peculiarità” del biotopo racchiuso, in particolare, nelle due aree perimetrate come “Zona A: riserva integrale”; è del tutto evidente che con le tecnologie oggi esistenti, il monitoraggio può essere effettuato tutto in maniera telematica ed in continuo, con sonde parametriche e trasduttori dedicati.

Ho evidenziato che l’intrusione marina in una zona umida può produrre anche effetti positivi nell’ambito della “carbon footprint” e quindi nella cattura della CO2 da parte dei sedimenti di palude; tale fenomeno, noto come “blue carbon” permette ai sedimenti, nei primi 20 cm, di trattenere una quantità di CO2 da 2 a 4 volte maggiore di un terreno agrario e sempre maggiore per i sedimenti in profondità.

L’intrusione marina è però causa di una forte modifica del chimismo, rendendolo più alcalino e poco sopportato dal biotopo esistente e che ha genesi proprio dal trabocco delle acque dolci della falda sottostante.

Monitoraggio, con i medesimi strumenti, delle acque che verranno ad essere smaltite con la realizzazione della condotta marina e che, immesse nel Canale Reale, proverranno dagli scarichi degli impianti depurativi di Francavilla e Latiano; condotta che, in una prima elaborazione pro-gettuale (1993/94) fu da me e dal compianto Dott. Franco Rubino, fortemente contestata produzione di esposti che conservo religiosamente e che hanno prodotto gli effetti voluti.

  • Conservazione del biotopo e delle peculiarità idro-geo-morfologiche: ho riconosciuto il buon lavoro fatto fino ad ora nella “gestione” dell’area umida ma, non basta. Il pericolo della sempre maggiore intrusione marina comporta la necessità di potenziare l’afflusso naturale di acque dolci nelle due aree della “riserva integrale”; ciò, sinteticamente, si ottiene eliminando i 22 pozzi di emungimento presenti nell’area della “riserva” ed aumentando l’afflusso di acque meteo-riche. E’ evidente che la soppressione dei 22 pozzi emungenti la falda deve essere compensata con la medesima capacità d’irrigazione e quindi con la realizzazione di un “bacino idrografico”, a monte (in area di ex cava) nella quale riversare, oltre a quelle meteoriche di monte, anche quelle rivenienti dall’impianto depurativo di S. Vito dei Normanni/Carovigno, previo monito-raggio in continuo delle caratteristiche quanto-qualitative. Un opportuno e non impattante sistema di irrigazione permetterà di compensare le acque emunte dalla falda profonda; nel periodo autunno-vernino, con eccesso di acque meteoriche (certezze che vanno sempre più riducendosi per la tropicalizzazione dl clima), un sistema di smaltimento con “trincee drenanti” permetterà di arricchire ulteriormente le quantità di acque dolci in arrivo nelle due “depressioni” costituenti la “Zona A di riserva integrale”.

In merito alle peculiarità geo-morfologiche il riferimento è chiaramente rivolto a “Penna Grossa” ed alla falesia di “Lapani” che necessitano di ulteriori (Penna Grossa) interventi di ingegneria naturalistica, a salvaguardia delle residuali dune e di geologia tecnica, per il miglioramento delle caratteristiche meccaniche, della falesia di Lapani. Ove possibile, interventi a mare con “celle soffolte” costituite solo ed esclusivamente da materiali naturali, evitando l’utilizzo di calcestruzzi additivati.

  • Rinaturalizzazione: ho ritenuto opportuno riportare che una delle azioni da attivare è relativa all’eliminazione di ogni intervento antropico invasivo; nel qual caso ho riportato solo due esempi: il primo relativo allo svellimento di tutte le strade in “conglomerato bituminoso” e la sostituzione con strade in “macadam” e quindi con materiali esclusivamente naturali, oppor-tunamente compattati e testati nelle proprie caratteristiche geotecniche; tali strade, se ben realizzate, sono in grado di reggere i carichi rivenienti dal traffico agricolo.

Il secondo esempio è relativo alla “naturalizzazione” del Canale Reale, con l’eliminazione dei calcestruzzi presenti sulle sponde e sul fondo; con ciò si permette una maggiore intrusione di acque dolci e l’attivazione dei naturali processi di depurazione.

Ciò è quanto ho velocemente e sinteticamente riportato al Sindaco ed al Segretario generale del Comune, che hanno avuto il garbo e la pazienza di ascoltarmi.

Ritengo che la procedura seguita sia stata la più corretta ed adeguata.

Per ciò che mi concerne, ritenendomi del tutto avulso dalle decisioni politiche che il Sindaco vorrà prendere, esprimo la mia piena soddisfazione per la procedura e spero che quanto riportato possa essere utile ed utilizzato, a salvaguardare di una delle zone umide e di litorale più significative del nostro territorio e profondamente amate da tutti noi brindisini.

 Prof. dott. Francesco Magno  

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