Luca Argentero al Nuovo Teatro Verdi: al via la vendita dei biglietti

Da oggi in vendita presso la biglietteria del Teatro e online su Vivaticket i biglietti per lo spettacolo fuori abbonamento che apre la nuova stagione del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi. Appuntamento con l’attore torinese domenica 20 ottobre alle ore 20.30: al centro dello spettacolo le vicende di tre grandi sportivi italiani che hanno fatto epoca.

Parte oggi la vendita dei biglietti per lo spettacolo «È questa la vita che sognavo da bambino?» con Luca Argentero, titolo che apre la stagione 2019-20 del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi (domenica 20 ottobre, ore 20.30). I biglietti sono disponibili presso la biglietteria del Teatro (orario di sportello dal primo ottobre: dal lunedì al venerdì, ore 11-13 e 16.30-18.30) oppure online sul circuito Vivaticket. Prosegue intanto la campagna abbonamenti per la stagione alle porte con le diverse opzioni di scelta, dalla formula completa a 13 spettacoli ai miniabbonamenti che comprendono ciascuno 6 spettacoli.

I prezziIntero: € 25 (primo settore), € 22 (secondo settore), € 18 (galleria). Ridotto per under 25, over 65, dipendenti di aziende ed enti convenzionati, associazioni per gruppi di minimo 15 persone: € 22 (primo settore), € 20 (secondo settore), € 16 (galleria). Studenti fino a 25 anni: € 10 in tutti i settori. Ragazzi fino a 12 anni e gruppi scolastici di minimo 15 studenti: € 6 in tutti i settori.

Lo spettacolo. In «È questa la vita che sognavo da bambino?», Luca Argentero racconta la storia di tre grandi personaggi dalle vite straordinarie che hanno inciso profondamente nella società, nella storia oltre che nella loro disciplina. Raccontati sia dal punto di vista umano sia sociale, con una particolare attenzione alla narrazione dei tempi in cui hanno vissuto e si sono confrontati. “Luisin” MalabroccaWalter Bonatti e Alberto Tomba, tre sportivi italiani che hanno fatto sognare, tifare, ridere e commuovere diverse generazioni.

“Luisin” Malabrocca, “l’inventore” della Maglia Nera, il ciclista che nel primo Giro d’Italia dopo la guerra si accorse per caso che arrivare ultimo, in una Italia devastata come quella del 1946, faceva molta simpatia alla gente: riceveva salami, formaggi e olio come regali di solidarietà. Automaticamente attirò anche l’attenzione di alcuni sponsor, al punto che arrivare ultimo divenne presto una opportunità appetibile anche dal punto di vista dei guadagni. In poco tempo arrivò anche la popolarità. In lui le persone riconoscevano l’anti-eroe che è nel cuore di ogni italiano, ma, insieme alla popolarità, emersero nuovi sfidanti in una incredibile corsa a chi arrivava ultimo.

Walter Bonatti, l’alpinista che dopo aver superato incredibili sfide con la roccia, il clima e la montagna, arrivato a oltre ottomila metri d’altezza, quasi sulla cima di una delle montagne più difficili da scalare del mondo, il K2, scoprì a sue spese che la minaccia più grande per l’uomo è l’uomo stesso; eppure la grande delusione del K2 lo spinse ancora più in là a mettersi alla prova in nuove sfide in solitaria, nuove scalate impossibili e infine a viaggiare in tutto il mondo. Tutto ciò per trovare la cosa più importante della vita: se stesso.

Alberto Tomba, il campione olimpico capace di fermare il Festival di Sanremo con i suoi trionfi. L’insolito sciatore bolognese che, grazie alla sua leggerezza nella vita e aggressività sulla pista, è arrivato a essere conosciuto in tutto il mondo come “Tomba la bomba”. Uno dei più grandi campioni della storia dello sci che ha radunato intorno alle sue gare tutto il Paese, incarnando la rinascita italiana forse illusoria ma sicuramente spensierata degli anni Ottanta.

Tre storie completamente diverse l’una dall’altra, tre personaggi accomunati da una sola caratteristica: essere diventati, ognuno a modo proprio, degli eroi.

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