BRINDISI- Riceviamo e pubblichiamo un intervento dell’Ordine degli architetti,  pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Brindisi in merito al cosiddetto “Bando Periferie”

Il dibattito delle settimane scorse sul “Bando per la presentazione di progetti per la predisposizione del Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle citta’ metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia” deve indurre ad alcune indifferibili riflessioni.

Si avverte, infatti, in queste circostanze, la forte consapevolezza che si debba ricercare un utilizzo corretto di mezzi finanziari e di uno sviluppo urbano sostenibile e capace di valorizzare le risorse e le vocazioni di un territorio.

Dovremmo tutti, sia pure nel rispetto delle diverse responsabilità, concordare sul fatto che, ad esempio, la stagione dei piani triennali delle opere pubbliche equivalenti ad elencazione di sogni e di progetti non realizzabili e incompatibili non debba e non possa essere replicata.

Anche i contenuti delle discussioni che si vanno ripetendo in queste settimane, a seguito del terremoto nel centro Italia (come all’indomani di ogni calamità che si sia verificata nel nostro Paese), ci devono indurre a pensare in termini di una programmazione preventiva e strategica, che non vada ad inseguire in affanno e di volta in volta le emergenze, con la cronica incapacità di garantire ricadute sul territorio e di costruire, tassello dopo tassello, un modello di sviluppo virtuoso e partecipato.

Parliamo in ogni dove di partecipazione, la nostra legislazione urbanistica regionale ha quali concetti fondanti quelli della co-pianificazione e della concertazione, per la cura di un interesse pubblico connesso al governo del territorio. Dobbiamo prendere atto che le dinamiche urbane, come quelle socio-economiche, non rispondono a queste logiche, con risultati evidenti denotati da scarsa qualità complessiva, ulteriore consumo di suolo e mancata valorizzazione del patrimonio storico-architettonico ed ambientale.

Ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte, consapevole che solo così si può uscire da una crisi che continua ad attanagliarci. Con questo spirito, come Ordine, nella speranza che si possa mettere in moto un processo che veda presenti tutti i soggetti coinvolti, abbiamo offerto a tutte le pubbliche amministrazioni una collaborazione per segnare questo cambio di passo.

I protocolli di intesa che stiamo proponendo e che, in qualche caso, abbiamo sottoscritto, possono costituire l’occasione per pervenire ad una fase di sintesi, operativa, di risultati concreti e scelte condivise.

Questa città e questo territorio non possono continuare ad assistere a dibattiti ripetitivi ed asfittici sul futuro del porto, sui destini di Autorità Portuale o Camera di Commercio, sulle ipotesi di uso di poli culturali ed aree paesaggistiche, sul decollo di strutture universitarie o di settori produttivi, senza un’idea di quale sviluppo e nella consapevolezza che tutto ciò deve presupporre un’autorevolezza politica a sostegno di qualsivoglia confronto paritario con Governo, Regione, etc.

Né ci appassionano le sterili disquisizioni su quale futuro per luoghi strategici o beni storici, al di fuori di una qualsivoglia logica di visione generale e, spesso, senza la primaria considerazione della titolarità dei beni stessi.

In tal senso è fondamentale un diverso e più proficuo rapporto fra pubbliche amministrazioni, associazioni di categorie ed ordini professionali, anche per bandire concorsi che sono al momento l’unica forma per dotarsi di quel parco-progetti la cui assenza è alla base delle perdite costanti di finanziamenti nazionali o comunitari o della presentazione di proposte progettuali approssimative o non rispondenti alle finalità dei bandi divulgati.

Gli ordini, in particolare, garanti sia dei pubblici dipendenti che dei liberi professionisti, possono assicurare il rispetto di procedure coerenti anche per quanto previsto in materia di affidamenti di incarichi dal nuovo Codice degli Appalti pubblici, oltre che dall’Autorità Nazionale Anticorruzione, con diversi e ripetuti pronunciamenti.

Lo stesso Codice riserva una particolare attenzione alle procedure concorsuali di tipo aperto, di idee e di progettazione, quale motore per un conseguimento della qualità urbana ed un più ampio confronto fra diverse proposte progettuali, e ha sancito che agli uffici spettano i compiti di programmazione, fattibilità e controllo delle opere pubbliche, mentre ai liberi professionisti quelli di progettazione e direzione lavori.

Come Ordine siamo a disposizione per redigere bandi tipo e specifici, sulla base delle priorità di ogni amministrazione e delle diverse comunità, aperti a tutti i professionisti abilitati, ai quali riservare, se vincitori, oltre al premio, l’affidamento dell’incarico nel caso di finanziamento conseguito.

Le opportunità di finanziamenti, laddove le pubbliche amministrazioni si dotassero, magari attraverso unione di comuni, di adeguati centri di programmazione, sono possibili.

Anche in questo caso è nostro intendimento essere presenti, attraverso la promozione di appositi corsi di formazione per professionisti ed imprese, nella prospettiva di finanziamenti in via diretta nel campo della ricerca, del miglioramento della qualità della vita, della tecnologia e dello sviluppo sostenibile, del coordinamento della rete dei servizi, attraverso il concetto di progettazione innovativa.

Perché in questo caso non è sufficiente l’esistenza di un parco-progetti se questo non è strettamente correlato alle principali potenzialità di sviluppo delle politiche comunitarie ed alle opportunità di reale sostenibile sviluppo del territorio.

Ordine degli architetti,  pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Brindisi

 

Redazione

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