LO STORICO DELL’ARTE A QUATTRO ZAMPE E GLI OPERATORI DI PALAZZO GRANAFEI-NERVEGNA: STORIA DI AMICIZIA E AMORE

Entrando nel prestigioso Palazzo storico Granafei-Nervegna di Brindisi, sede di scavi archeologici e del Capitello originale della nostra colonna romana, meta di turisti, di conferenzieri, di studi universitari, di attività multimediali e multiculturali per bambini, si ha subito la percezione di calarsi in un’atmosfera calda ed accogliente, dove la gentilezza, la disponibilità e l’educazione degli operatori preposti al servizio di portineria e all’infopoint, non si possono ignorare.

Sono gli operatori della Brindisi Multiservizi, addetti al settore “servizio supporto beni monumentali”, che vale la pena nominare, perché chi lavora con dedizione, offrendo un servizio pubblico impeccabile, è degno di essere citato: Giovanni Gigliola, coordinatore del settore portineria, Titti Cinieri, Marcello Bramato, Francesco Maghelli, Luigi Pigna, si occupano della portineria e della accoglienza e assistenza ai visitatori del Palazzo Nervegna, mentre all’Infopoint, Annarita di Sant’antonio, Giusy Taveri e Francesco Galiandro sono addetti all’assistenza turistica.

Va evidenziato che, questo servizio, è gestito egregiamente dalla Dott.ssa Antonella Grassi, funzionario del Comune di Brindisi, del settore beni monumentali.

É proprio qui che nasce la singolare stori a che stiamo per raccontare.

Da qualche tempo è nata una profonda amicizia tra gli operatori ed uno storico dell’arte a quattro zampe, che si aggira tra gli scavi e le sale di Palazzo Nervegna, lasciando che le sue impronte, pregne di felpata intellettualità, diano un segno tangibile della sua sapiente presenza, perché è proprio qui che ha deciso di vivere.

Il suo nome d’arte è Ciccino.

Ciccino è un gatto dal pelo bianco, con qualche chiazza nera, sparsa qua e là sul dorso, ha una coda lunga e folta ed un pelo morbidoso, che tutti i bimbi amano accarezzare, in quel consueto appuntamento, che non può mancare, all’uscita da scuola. Dolcissimo e regale nell’aspetto è un autentico accademico DOC.

Ha uno spirito libero e fiero, rispetta l’ambiente, gli oggetti e gli arredi del palazzo.

Non si può fare a meno di notarlo, arriva, si accomoda tranquillamente sul divanetto rosso, posizionato davanti all’ingresso e con discrezione, al momento opportuno, si allontana, lasciando il posto agli utenti, che necessitano di assistenza.

Quando arriva la sera, le porte si chiudono, le luci del Palazzo si spengono e i suoi amici ritornano a casa, e lui, dopo aver gustato la sua cena, va ad accomodarsi su quel divanetto rosso a far da guardiano ad un monumento storico, che va salvaguardato e tutelato.

Ormai la sua dimora è lì, tra quelle mura si sente protetto, assimila cultura, sa ascoltare, sa farsi coccolare dagli operatori, che se ne prendono cura. Tra lui ed il personale è nata una bellissima amicizia, un legame forte di rispetto e amore, che ci riporta a quella scrittura magica di Luis Sepúlveda, nella fiaba della “gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, una storia di amicizia disinteressata, di un amore che supera qualsiasi diversità o pregiudizio, dove l’inclusione può essere solo arricchimento e non divisione, una metafora della vita, dove gli animali ci insegnano ad essere liberi dai condizionamenti sociali e dai pregiudizi in “un mondo dove aiutare chi è in difficoltà è il valore supremo, dove riesce a volare soltanto chi osa farlo (Bruno Arpaia)”.

di Giulia Cesaria

 

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