Legambiente sul Tap: “La presenza del Comune nella Conferenza di servizi è indispensabile”

BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo una nota di Legambiente sulla vicenda Tap, in risposta alle decisioni del Comune.

Dalla stampa abbiamo rilevato le dichiarazioni da Lei espresse in merito alla richiesta avanzata da SNAM circa la compatibilità del tracciato del metanodotto TAP con il recente strumento  urbanistico regionale PPTR.

Siccome riteniamo necessario correggere un’imprecisione relativa alle dichiarazioni espresse in merito alla partecipazione delle Associazioni, nel qual caso a Legambiente, circa il procedimento di presentazione di “osservazioni” al progetto presentato da SNAM Rete gas, sinteticamente le riportiamo che:

  • Quanto riportato nella Sua Deliberazione, con i poteri del Consiglio Comunale, n. 33 del 06/10/2017 è relativo alla specifica richiesta da parte di SNAM della compatibilità del tracciato TAP al nuovo strumento urbanistico Regionale PPTR e NON AL PROGETTO DELLA TAP;
  • Legambiente non ha presentato “osservazioni” alla “integrazione progettuale” di Snam in quanto ha rilevato la mancanza d’interazioni nella destinazione d’uso dei terreni attraversati dal metanodotto TAP, tutti identificati come “aree agricole” sia nel PPTR che nello strumento urbanistico comunale vigente, il Piano Regolatore Generale (PRG).
  • E’ bene precisare, comunque, che lo strumento normativo delle “osservazioni” ai progetti presentati costituisce uno strumento “democratico” di partecipazione del Cittadino e/o delle Associazioni, portatrici di interessi diffusi (come Legambiente), ma non costituiscono un “obbligo” di verifica dell’attinenza progettuale alle norme vigenti che ricade invece nella responsabilità degli Enti a cui è chiesto il parere e, nel qual caso, al Comune di Brindisi.
  • Il Comune, con i propri Dirigenti e Funzionari, ha l’obbligo della verifica della com-patibilità del progetto alle norme vigenti e per tale motivo se ne assume ogni responsabilità. Appare opportuno ricordarLe, in termini generali che, oltre allo stru-mento democratico delle “osservazioni”, vi è anche quello connesso a palesi viola-zioni, non rilevate dall’Ente, per le quali il riferimento d’obbligo dei Cittadini è il Tribunale.

Per quanto sopra appare opportuno rammentarle che Legambiente, in data 22/11/2014, ha presentato le “osservazioni” al progetto della TAP, evidenziando tutta una serie di criticità per le quali ha espresso  “osservazioni”  al progetto negative.

Ha, inoltre, evidenziato, in numerose note, quanto il ricongiungimento del metanodotto della TAP alla sottostazione di smistamento (area trappola) di Contrada Matagiola-Gonella, nel territorio comunale di Brindisi (e non Mesagne!!) ed a poca distanza ad Ovest del Quartiere S. Elia ed in prossimità di abitazioni residenziali, venga a costituire un “HUB” metanifero nel quale si verranno a concentrare ben 8 metanodotti (fra ingresso ed uscita), che smisteranno circa 35-40 Miliardi di mc di metano all’anno.

 

Snam non può decidere sulla testa dei “Cittadini” di Brindisi che questo territorio debba diventare il polo terminale della movimentazione del gas proveniente dalle regioni dell’Est Europa; ciò ancor più senza alcuna condivisione con l’Ente locale che ha espresso il proprio “parere negativo” nell’ambito del Consiglio Comunale.

Legambiente ha più volte ribbadito due aspetti fondamentali in merito alla sottostazione di Matagiola/Gonnella, quali:

  1. L’HUB metanifero costituirà un impianto di grande “sensibilità”, sia dal punto di vista della pericolosità sociale che, dal punto di vista ambientale, oltre ad essere d’importanza nazionale. Al danno si è aggiunta la beffa che a Brindisi non si è mai parlato di  “ristoro” a differenza di quanto fatto al Comune di Melendugno laddove il ristoro stabilito è pari a 3 Milioni di euro/anno per ciascuno dei 4 anni di realizzazione del metano-dotto e di 500 mila €/anno per tasse locali.
  2. Quali saranno i “presidi ambientali” di cui necessita l’Hub di Gonella? Nel progetto approvato, non è prevista alcuna tecnologia di controllo e di monitoraggio relativo alle “emissioni fuggitive” che, con certezza, si avranno e che sono potenzialmente molto pericolose per i “componenti in traccia” che il metano contiene. Giusto per dare un’idea quantitativa, in una sottostazione si ha una perdita media del 3% del metano  transitato che, con quantitativi previsti dell’ordine di 35-40 Miliardi di mc., significa che almeno 1-1,5 Miliardi di mc. andranno dispersi in atmosfera!

In definitiva, riteniamo che queste argomentazioni dimostrino quanto opportuno fosse stato necessario ed indispensabile  procedere con un attento esame tecnico amministrativo prima di giungere alla  Deliberazione n. 33 del 6/10/2017.

Chiediamo inoltre, per quanto riportato nella Deliberazione:

  • quali sono le aree che non ricadono in area agricola, avendo riportato, a pag. 1 della relazione che il tracciato della TAP: “per la quasi totalità ricade in aree tipicizzate dal vigente PRG zona “R” agricola”;
  • se la “variante urbanistica al PRG” approvata con tale Determinazione n. 33/2017, non debba anche comportare l’Assoggettabilità a VINCA (Valutazione d’Incidenza Ambientale) per gli attraversamenti del metanodotto nelle aree a vincolo idrogeo-logico dei vari canali attraversati;
  • se l’ampliamento della sottostazione di Matagiola/Gonella, proprio in virtù delle particolari condizioni di pericolosità ambientale, non debba essere sottoposta a VIA e/o ad Assoggettabilità alla VIA. A tal proposito appare opportuno rilevare che ancor prima dell’emissione di un parere positivo già rilasciato, andava verificato il progetto esecutivo che, guarda caso, manca di un “sistema di monitoraggio”.   

Per le ragioni richiamate Legambiente ritiene che la presenza del Comune di Brindisi, nell’incontro del 17/10/2017 presso il MISE, sia indispensabile ed oltremodo necessaria, a garanzia della pubblica salute e degli interessi diffusi della Cittadinanza. Le ricordiamo, infatti, che il parere dell’Amm.ne Comunale non è vincolante rispetto alla decisione finale da assumere, ma procedimenti autorizzativi di opere presso lo stesso MISE dimostrano (rigassificatore docet), quanto sia possibile incidere sull’atto finale anche in presenza della dichiarazione di interesse strategico internazionale.

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