Legambiente fa chiarezza sul parere negativo AIA per la Centrale Enel e ‘punzecchia’ il Comune

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BRINDISI – Legambiente prova a fare chiarezza su quanto accaduto a Roma nella giornata di ieri.

“Facciamo chiarezza – si legge nella nota, a firma del presidente Nicola Anelli – sull’esito della Conferenza dei servizi concernente il rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) per la centrale Brindisi Sud. Innanzi tutto, il parere del Ministero della Salute non è, purtroppo, ostativo o vincolante rispetto al rilascio dell’A.I.A., ma comporta soltanto, ai sensi dell’art. 14 della L. 241/91, un approfondimento “non condizionato o condizionante” in Consiglio dei Ministri sull’impatto sanitario. Ben diverso sarebbe stato il peso di posizioni istituzionali di rilievi e richieste di prescrizione in fase istruttoria: comunque, meglio tardi che mai. La Regione Puglia, assente nella Conferenza, ha confermato con pareri scritti i rilievi e le richieste presenti in fase istruttoria, fra i quali il ricorso a sistemi di rilevamento delle polveri installati al suolo, intorno alla Centrale, in un’area vasta. La Provincia ha anch’essa ribadito per iscritto le proprie posizioni, ad esempio rispetto all’installazione di filtri a manica sui gruppi uno e due e alla necessità di misurare il flusso di massa al camino (in sostanza misurando direttamente l’inquinamento) e non semplicemente con determinazione stechiometrica. L’Amministrazione Comunale di Brindisi ha finalmente assunto una posizione critica nell’ambito del procedimento, forse tardivamente, in parte ribadendo richieste già formulate (ad esempio i filtri a manica) e con argomentazioni che meritano alcune considerazioni:

  • Le richieste dei controlli sul sistema di rilevamento della qualità dell’aria corrispondono a quanto già avviene, mentre ben diverso sarebbe pretendere il rispetto del “Piano di risanamento” approvato con D.P.R. del 1998, in particolare per quel che riguarda il sistema pubblico di monitoraggio globale, il controllo costante delle emissioni a bocca di camino, il Registro tumori, l’Osservatorio epidemiologico permanente, l’indagine epidemiologica sui lavoratori e sui cittadini a rischio.
  • I filtri a manica non vanno annoverati fra le nuove BAT (migliori tecnologie disponibili); infatti sono presenti nei quattro gruppi della centrale di Civitavecchia e da decenni, in impianti statunitensi. Essi andavano imposti nell’AIA anche sul primo e secondo gruppo della Centrale di Cerano (sul terzo e quarto gruppo sono presenti).
  • La riduzione delle emissioni ha poco senso se il riferimento è il 2006, anno in cui la centrale di Cerano ha bruciato la quantità massima di carbone ed emesso le massime quantità di inquinanti e contaminanti (oggi le emissioni, funzionando la centrale molto al di sotto del regime, sono dimezzate rispetto ad allora). Ben diverso sarebbe stato prescrivere il rispetto preventivo dei limiti di emissione fissati con la Direttiva Europea da poco entrata in vigore, invece delle affermazioni generiche o addirittura del “rimettere all’attenzione del gestore” le possibili migliorie, come si riporta nell’atto licenziato in Conferenza di Servizi.

Legambiente – ha concluso la nota – ricorda a tutti che l’A.I.A. è una “gabbia stretta” in cui muoversi, da sempre costruita ad uso e consumo delle imprese. È necessario quindi, invece di magnificare conquiste inesistenti conseguite, recuperare il tempo perso, se è ancora possibile, per imporre ciò che avviene altrove (anche a Civitavecchia) o che era già presente nel Piano di risanamento citato, ma è indispensabile l’apertura di quella fase di confronto sulla dismissione della Centrale “Brindisi Sud” prima che sia il mercato a determinarla”.

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