LE 5 GIORNATE DI MILANO

La fortunata manifestazione organizzata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e da Fondazione Studi, quest’anno si è ripetuta al MiCo (Centro Congressi in Milano). La location, la più grande d’ Europa, ha ospitato circa 4000 consulenti e visitatori provenienti da ogni angolo d’Italia.

Lavoro, economia ed occupazione sono stati gli argomenti più seguiti, anche se materie come fisco, previdenza, politiche attive del lavoro e nuove tecnologie ed investimenti per il rilancio dell’economia, hanno ugualmente attirato una considerevole attenzione.

Non sono mancati i dibattiti ed il confronto con il mondo istituzionale, sindacale ed imprenditoriale.

Probabilmente l’ospite più atteso è stato il Vice Premier nonché Ministro del Lavoro Luigi Di Maio, il quale avendolo preannunciato, ha presentato alla platea il “Decreto Dignità”, poi effettivamente approvato il 2 luglio ultimo scorso.

Il Consiglio dei Ministri ha stabilito quindi, in materia di lavoro, alcune variazioni in tema di contratti atermine, fissandone una nuova durata massima, il numero massimo di proroghe possibili, la indicazione della causale dopo il primo rapporto a termine ed un nuovo contributo di tipo addizionale a carico delle Imprese. (già collaudato con il Jobs Act)

In sostanza, appare evidente che, successivamente ai primi 12 mesi di un rapporto a termine, qualora prorogato, debbono essere evidenziate le causali.

Secondo opinione personale, debbo dire che ciò non aiuterà tantissimo le aziende ed anzi aumenterà – per i lavoratori – il precariato perché dopo i primi 12 mesi le aziende non prorogheranno.

Il Decreto ci presenta le seguenti novità che possono essere e non essere condivisibili:

  • sale a 36 mesi mensilità l’indennizzo per chi licenzia senza giusta causa lavoratori con tutele crescenti dipendenti da aziende con oltre 50 dipendenti;
  • fissato in 270 giorni la possibilità di impugnare il licenziamento;
  • l’indennizzo minimo risarcitorio passa da 4 a 6 mensilità;
  • le proroghe sono state ridotte da 5 a 4;
  • l’addizionale aggiuntiva passa dall’1.40% all’1,90% ….ma perché questa addizionale??? Che senso hagravare ancora di più le aziende di un contributo? (seppure riscattabile in casi di trasformazione del rapporto a tempo indeterminato).

Al riguardo le opinioni sono contrastanti: il Governo afferma che il provvedimento ha inferto il colpo mortale al Jobs Act, ritenendolo ancora più moderno ed attuale; chi si oppone mette in evidenza la preoccupazione da parte delle aziende di programmare assunzioni a tempo indeterminato (vero scopo del Decreto approvato), in considerazione della imprevedibilità dei mercati.

Pertanto, la reintroduzione delle causali che risultanomolto restrittive perché afferiscono a condizioni eccezionali e temporanei possono bloccare la crescita occupazionale?

Vedremo nel prossimo futuro gli effetti, intanto è opportuno attendere la stesura ufficiale del provvedimento e soltanto dopo un’attenta analisi degli esperti potremo dare un giudizio finale.

Rag. Giancarlo Salerno

Via Giovanni XXIII n. 13/B

Cell. 347/6848604

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