“La storia del mondo in 100 oggetti” di Neil MacGregor

Neil MacGregor è noto per essere stato per decenni l’appassionato direttore di due fra i più importanti musei del mondo (del National Gallery di Londra dal 1987 al 2002 e del British Museum fino al 2015) e per essere l’autore del meraviglioso La storia del mondo in 100 oggetti (pubblicato in Italia nel 2012 per Adelphi). Un volume poderoso che emoziona al solo tenerlo fra le mani, perché attribuisce a chi si appresta a sfogliarlo il potere di attraversare la storia degli ultimi due milioni di anni e di rinvenirvi le forme con cui l’umanità ha plasmato il mondo e il tempo. Si tratta di un libro che segue il fortunato successo, nel 2010, della trasmissione del canale BBC Radio 4 in cui, ai curatori del British Museum e ai redattori dell’emittente radiofonica, veniva richiesto di selezionare i cento oggetti, fra i milioni esposti nell’istituzione museale britannica, che meglio simboleggiassero le esperienze e i percorsi intrapresi dall’intera comunità mondiale. Non testi, dunque, ma oggetti, per intuirne origini, funzioni, poesia e per potersi interrogare, come si è detto, «sul destino di grandi civilità per le quali la parola scritta è stata un aspetto inesistente o secondario, o sulle quali pesa schiacciante il verbo e lo sguardo dei conquistatori». Trovarsi davanti alla Statuetta degli amanti di Ain Sakhri (risalente al 9000 a.C.), ai Cocci di Kilwa (rinvenuti su una spiaggia della Tanzania nel 1974 e databili tra il 900 e il 1400 d.C.) o all’Astrolabio ebraico della metà del 1300 d.C., porta a percepire come universali le private dimensioni dell’amore, del sogno, del viaggio. Non è cambiato poi molto nelle forme del desiderio degli uomini, suggerisce il racconto di MacGregor, nella tensione tutta umana alla conoscenza e nell’anelito potente al raggiungimento di confini sempre più remoti: siamo movimento, naturalmente inclini all’incontro con l’altro e a disseminare tracce di noi stessi nel creare oggetti che rispondono alle straordinarie leggi della poesia e dell’immaginazione – pure si tratti di una pipa. E quale oggetto a rappresentare il nuovo millennio? Un kit da poche decine di dollari prodotto in Cina e composto da una lampada solare e un accumulatore: il mitico e oltraggioso desiderio arcaico di catturare il fuoco, simbolo di sapienza divina, per farne dono agli uomini trasformato qui in dispositivo accessibile e universale con l’auspicio che migliori le condizioni di vita alle latitudini meno fortunate e mostri, al mondo che verrà, come vogliamo essere.

Diana A. Politano

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