BRINDISI – Era il 20 febbraio 2013, quando una prestigiosa Lancia Aureliadi proprietà della Fondazione Maria Rosaria Giannelli, fu messa in mostra presso l’androne di Palazzo Nervegna.

Realizzata nel 1952 ed immatricolata l’anno successivo, l’auto fu acquistata dal podestà Serafino Giannelli per lire 2.770,00 e, quindi, rientrante nelle proprietà poi trasferite alla istituita Fondazione e sino ad allora tenuta all’interno della Masseria Pignicedda. Prima di allora, l’’auto era stata depositata in totale stato di abbandono presso locali dell’autoparco comunale. Poi, grazie ad un protocollo sottoscritto fra l’ex sindaco Mimmo Consales ed il Presidente della Fondazione Salvatore Brigante, su iniziativa del Presidente del Consiglio Comunale Luciano Loiacono, se ne dispose il restauro ed il trasferimento presso Palazzo Nervegna perché tutti i cittadini potessero ammirarla.

Un paio di anni dopo, nel maggio 2015, l’auto fu portata in carrozzeria perché nell’androne scoperto di Palazzo Nervegna stava marcendo. Necessitava, pertanto, di essere messa nuovamente a punto. Adesso è in un deposito della sede della Multiservizi, impolverata, irriconoscibile e – a detta di qualcuno che l’ha vista – oggetto di ‘attenzioni’ particolari da parte di topi che la stanno distruggendo lentamente.

Ma non è solo la prestigiosa (un tempo…) Lancia Aurelia ad andare incontro ad una fine indecorosa. Quelli che vedete in foto sono stati i mobili della stanza dei vari sindaco per tantissimi anni e numerose legislature. Tanti, sino a quando l’ex primo cittadino Angela Carluccio non ha deciso di disfarsene, per rinnovare il look della sua stanza.

E non ci sono solo pezzi di arredamento, ma anche quadri firmati ed immaginiamo il bellissimo tavolo della sala giunta ricoperto da un vetro in cui troneggiava il logo dell’Amministrazione comunale di Brindisi.

 

Il vetro – che all’epoca costò tantissimo – si è rotto ed il tavolo, così come il resto del mobilio, è impacchettato (malamente), con il risultato che il tutto è alla mercè non solo della polvere, ma anche dei roditori. Peccato perchè quei mobili sarebbero potuti essere riutilizzati per qualche altro ufficio o, quanto meno, conservati dignitosamente. Ma a Brindisi e, ancor più al ‘Palazzo’, non c’è alcuna considerazione per il bene comune e per il dispendio di denaro pubblico.

Pamela Spinelli
Direttore responsabile

6 COMMENTI

  1. Ricordo bene e sarà difficile dimenticare l’episodio: era una fredda mattina di diversi anni fa quando il vice prefetto dell’epoca, dott. Bruno Pezzuto, componente effettivo al pari del sottoscritto della Sezione decentrata del Comitato Regionale di Controllo sugli atti degli Enti Locali di Brindisi e provincia, cominciò a relazionare intorno alla delibera di vendita, adottata dal Commissario straordinario della Fondazione Giannielli, ins. Friolo di Torre S.S.nna, della splendida Aurelia di proprietà del N.U. comm. Serafino Giannielli caduta fra i beni ereditati dal Comune. Per la prima volta ed in maniera sgarbata anche nei confronti del sempre gentile e corretto Presidente del consesso ebbi ad intervenire ricercando con fervore le valide ragioni serie e concrete per bloccare l’atto di vendita oggetto di esame da parte dell’Organo di Controllo. La questione fu risolta dal presidente del Comitato, dr. Marcello Mele, che preso atto della inesistenza di valide ragioni per esprimere fondato diniego per la vendita della prestigiosa auto volle accontentare quel “bambino capriccioso” che non sopportava la perdita di quel cimelio, rinviando l’esame del provvedimento ad altra seduta. Mi duole il cuore, quindi, vedere lo stato in cui trovasi quell’auto che sono certo tornerà agli antichi splendori con il rinnovo del Consiglio comunale dove potrà trovare allocazione in bilancio la dovuta somma per il ripristino della funzionalità dell’Auto.
    Franco Leoci

    • La macchina era del nipote e non rientrava nel lascito questioni di date …non so da dove cominciare ma è stato fatto un kolossal quando bastava chiedere agli eredi la vera storia la mia bisnonna era COSIMA GIANNELLI (madre di mio nonno Ugo Poli..)SORELLA A SERAFINO (NINO1 non aveva figli e crebbe mio nonno grande latifondista e possidente Gonella era sua e tante altre masserie e campagne ) E DAMIANO (padre a Serafino Nino 2 a sua volta padre a Maria Rosaria…)

  2. Quanta confusione su questo lascito dal 1 Nino Giannelli podestà e zio a mio nonno don Ugo Poli la madre ne era sorella Cosima la mia bisnonna al secondo suo nipote Serafino Nino Giannelli ( la macchina era sua e non c entrava nulla con il lascito e Maria Rosaria era figlia del secondo Nino cugino a mio nonno ed anch egli rinuncio all eredita e lei aveva i miei stessi diritti figlio all altro fratello Damiano) SERAFINO DAMIANO E COSIMA LA MIA BISNONNA….e sono convinti che non ci siano eredi ma siamo qua vivi e vegeti ed incazzati come mufloni spero che la GdF faccia chiarezza al più presto non pretendo nulla ma vedere piangere e rendere a chi si è appropriato indebitamente di cose non sue la resa..e per lo meno voglio e pretendo chiarezza in questa storia amara e degna di un triller …siamo rimasti in silenzio troppo tempo e la legge sui lasciti si rispetta …altrimenti ritorna tutto agli eredi….TUTTO

  3. La Lancia Aurelia della fondazione Giannielli deve ritornare a Palazzo Nervegna e……….non a marcire all’aperto sotto le intemperie ma, bensì, in un angolino protetto perchè ce ne sono. Inoltre, faccio ancora una volta appello a CHIUNQUE abbia intenzione di far sparire quella macchina che, fino a quando avrò capacità mentali, darò filo da torcere ( come si suol dire a Brindisi ). La cercherò sempre. Nel caso si arrivasse al punto di venderla, è sempre un bene dei cittadini e come tale andrà venduta tramite un’asta pubblica come ogni bene comunale, aperta a chiunque e non a UMMA UMMA.

  4. Egregio Direttore, colgo l’occasione per riprendere un argomento che tanto stava a cuore al nostro compianto Sindaco Mennitti. La cultura. E’ impressionante che proprio una Sindaca abbia fatto questo. Ma il fatto non mi meraviglia. La invito ad andare al primo piano di Palazzo Nervegna dove fino alla settimana scorsa erano esposti alcuni reperti archeologici della collezione Agrifani, che erano stati dati in uso al Commissario Prefettizio nel mese di Aprile 2016 e ora ritirati per mancanza di interesse da parte dell’Amministrazione Comunale. Inoltre, presso una struttura fuori Brindisi sono custoditi circa 5.000 pezzi (comprese tre moto d’epoca) che raccontano “la storia” della civiltà salentina. Nonostante il recente interessamento alla questione dell’attuale Commissario, abbiamo dovuto abbandonare l’idea di realizzare a Brindisi un’esposizione permanente di archeologia e della civiltà salentina, perché non si trova un edificio disponibile. In verità, ci era stata offerta la caserme Ederle, che sarebbe stata recuperata partecipando all’assegnazione di fondi messi a disposizione da un bando regionale. Purtroppo poi l’offerta è stata ritirata perchè BRINDISI della cultura “non se ne fa niente”. Li avremo potuto esporre anche la Lancia Aurelia e quanto altro custodito nelle” cantine” dai Brindisini. Forse con il Suo aiuto, Direttore, potremmo ripartire per raccontare la storia della civiltà salentina e dare speranza a questa nostra povera Città.