LA BATTAGLIA PER I TRENI VELOCI AL SUD ORA COINVOLGA LA POLITICA REGIONALE E I TERRITORI

“Connettere i territori, aumentare l’offerta, dare un segnale politico forte soprattutto nei confronti dei cittadini di quelle regioni che non sono risultati beneficiari degli investimenti infrastrutturali per l’Alta Velocità ferroviaria.
“Ma prima di tutto – ha detto il direttore generale di Svimez, *Luca Bianchi* – bisogna migliorare da subito la qualità del servizio”.

Le proposte della delegazione della Fondazione “L’isola che non c’è” ricevuta oggi dal presidente di Trenitalia, *Michele Meta*, sono state  tutte condivise dal rappresentante della più importante azienda italiana di trasporto ferroviario.

Il presidente, rispondendo alle domande dei presidenti di Exprivia, *Domenico Favuzzi*, di Federturismo, *Marina Lalli*, del rettore *Pierpaolo Limone*, del direttore di Svimez, Luca Bianchi, e del presidente onorario dell’Isola che non c’è, il giornalista *Franco Giuliano*, pur puntualizzando di non poter dare immediatamente risposte operative, si è impegnato a risolvere i problemi dell’offerta da e per la Puglia, a partire dal potenziamento dei treni a lunga percorrenza sulla linea Adriatica.

Nella premessa introduttiva era stata sottolineata la necessità di agire subito sullo stato dei collegamenti tra la Puglia e il Nord Italia lungo la linea Adriatica. Attualmente su questa dorsale sono stati «restituiti» alla Puglia solo 4 dei 10 treni ETR500 delle relazioni Bari-Milano e Bari-Torino che ci furono tolti nel 2008 per essere trasferiti sulle linee AV del Centro-Nord.
Pertanto – è stato sottolineato – sulla tratta ferroviaria Bari-Milano ad oggi viaggiano soltanto due coppie di convogli Frecciarossa che percorrono la linea AV Bologna-Milano a 300 km/h e raggiungono il capoluogo lombardo in meno di 7 ore, peraltro con una fermata intermedia (Reggio Emilia) e una delle due coppie non sosta nella stazione di Milano Centrale ma in quella di Milano Porta Garibaldi”.

Inoltre: “Sulla stessa relazione Bari-Milano sono stati inseriti alcuni treni di tipo Frecciargento ETR700, che effettuano diverse fermate intermedie tra Milano e Bologna, con velocità massima di 250 km/h e dotati di 5 bagni a fronte degli oltre 15 degli ETR500, in quanto si tratta di treni concepiti inizialmente per essere utilizzati su tratte brevi”.

La presidente di Federturismo, Marina Lalli, ha fatto osservare che “il comparto turistico, sebbene abbia registrato in questi mesi ottimi risultati, paga un ritardo storico che è difficile riscontrare in altre aree del Paese”.

Nel report presentato dalla Fondazione risulta infatti che dal mese di giugno, anche a causa della limitazione dei posti per le restrizioni legate alla pandemia Covid-19, si verificano soprattutto nel fine settimana situazioni di totale riempimento dei treni Bari-Milano e conseguente incompleto soddisfacimento della domanda di trasporto.
Turismo, cultura, sviluppo delle aziende. Il magnifico rettore dell’Università di Foggia, Piepaolo Limone, ha ricordato che la mobilità lenta o inesistente impedisce la circolazione del sapere. “Le Università e le imprese non possono più aspettare”.

Il presidente di Exprivia, dati alla mano, ha dimostrato come le aziende del sud pagano un gap rispetto alla concorrenza.

“Non basta essere bravi o i primi sul piano tecnologico e della ricerca, le imprese che non riescono a raggiungere i mercati del nord devono impegnarsi due volte, dieci volte rispetto alla concorrenza”.

La sensazione di tutti i componenti la delegazione alla fine è stata positiva. Di avere avuto di fronte un interlocutore consapevole.

Rispetto alle richieste di riduzione del pedaggio ferroviario (argomento questo da proporre al ministro dei trasporti) e del progetto di fattibilità per l’Alta Velocità sulla dorsale Adriatica (promesso e annunciato dal viceministro Bellanova entro luglio), la Fondazione non smetterà di portare avanti la sua battaglia.

In merito poi all’aumento dei collegamenti e al miglioramento del servizio, risultati questi che altre regioni hanno  ottenuto grazie alla pressione dei politici locali, sarà necessario un intervento più incisivo delle regioni interessate e dei parlamentari, evidentemente assenti. Sulla ipotesi di una Carta dei diritti del passeggero ferroviario la partita ora si gioca con l’Autorità di regolamentazione dei trasporti (ART) e soprattutto il ministro Giovannini. La cui richiesta di incontro da parte de “L’isola che non c’è” resta ora prioritaria, a partire da subito, ha assicurato Franco Giuliano.

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